Cambio di marcia per la Cina dei record. Pechino si prepara ad uno sviluppo piu’ lento

La manodopera a basso costo cinese e’ stata il motore dell’economia mondiale per gli ultimi cinque anni. Il fattore di crescita di Pechino e le dinamiche  con cui l’Asia ha trainato lo sviluppo globale, sono pero’ destinate a mutare. Ci si interroga su quali siano i trend e gli equilibri futuri.

 

Un’economia in fase di industrializzazione cresce con un accelerazione intensa nelle fasi iniziali; basando lo sviluppo sull’utilizzo di tecnologia straniera,  su capitali esteri e manodopera a buon mercato, spesso non qualificata.

In una seconda fase, i paesi ad economia emergente registrano un aumento del costo del lavoro, con salari e tenore di vita crescente. Questo rende le imprese meno redditizie spingendo il Paese verso uno sviluppo interno della tecnologia per continuare a garantire tassi di crescita utili allo sviluppo.

Questo cambiamento è conosciuto come il punto di Lewis, che prende il nome dal premio Nobel Sir Arthur Lewis. Secondo gli economisti del Fondo Monetario Internazionale, la Cina non ha ancora raggiunto questo punto di rottura, di cambiamento dello sviluppo. Il livello massimo relativo all’offerta di lavoro è stato raggiunto tra il 2009 e il 2010 ma l’invecchiamento della popolazione ha progressivamente bilanciato il dato diminuendone l’offerta.

Si stima che questo tipo di sviluppo potra’ mantenere equilibri analoghi fino al 2020, quando potra’ essere raggiunto il punto punto di rottura per la curva della crescita.

Naturalmente gli equilibri potrebbero cambiare. Se la Cina allentasse la politica del figlio unico, con un impatto demografico significativo, il punto di svolta di Lewis potrebbe essere ancora posticipato. Sul fronte opposto, se venisse implementata una riforma del settore finanziario, i tassi di interesse aumenterebbero garantendo per ogni lavoratore e risparmiatore cinese una sensazione di maggiore ricchezza, diminuendo l’impegno lavorativo ed accelerando il punto di svolta.

Questo trend e’ in linea con il boom economico nella crescita delle tigri asiatiche di Hong Kong, Singapore, Taiwan e Corea del Sud. La crescita delle tigri non e’ stata un miracolo ma e’ stata basata sulla mobilitazione di risorse: acquisizione di tecnologia straniera, utilizzo di manodopera a basso costo e di capitali ingenti. Seguita da fasi con deficit del costo del lavoro, capitali con rendimenti inferiori, standard di vita piu’ elevati e tassi di crescita minori.

E’ probabile che la Cina segua un destino simile, con uno sviluppo piu’ lento, valutando se la crescita possa rallentare prima o dopo che i redditi individuali raggiungano standard occidentali. Il modello cinese sembra spingere per un continuo miglioramento del tenore di vita; mentre un eventuale cambio di tendenza potrebbe creare tensioni sociali. La crescita cinese ha spesso confuso gli osservatori. Se la Cina diventasse leader anche nell’innovazione, Pechino potrebbe continuare la propria corsa affiancando l’andamento delle economie vicine. Vietnam, Indonesia e Paesi Asean sono destinati a contribuire al ruolo che ha l’Asia orientale negli equilibri prossimi futuri.

Lorenzo Riccardi – Dottore commercialista, Shanghai
lr@rsa-tax.com – RsA Asia

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