Ad oggi il più grande centro di innovazione in Cina è il Zhongguancun Science Park di Pechino, la prima area speciale sul territorio nazionale, con oltre 2 milioni di persone coinvolte in 15.600 società high-tech. Pechino, inoltre, ospita 19 “Unicorni”, ovvero startup valutate oltre 1 miliardo di dollari, ed eccelle nei campi delle biotecnologie e della biomedicina, oltre ai settori high-tech nei campi dell’informazione, dell’energia, dell’aero-spazio, e della manifattura avanzata. Nel 2013, Pechino ha rappresentato più del 20% dei nuovi brevetti nel campo delle biotecnologie in Cina.
Tra le principali aree di sviluppo del Paese troviamo Pechino, Shenzhen, Shanghai e Chengdu. Per quanto Beijing rimanga il più importante centro di innovazione della Cina, il tasso di crescita è inferiore a quello rappresentato da Shenzhen. Quest’ultimo centro ospita l’Unicorno DJI (produttore di droni civili) con 1.400 società e 440 mila persone coinvolte nel 2014. DJI è solo una delle imprese ad alta tecnologia in Nanshan, la zona industriale nella città meridionale di Shenzhen. Essa copre soltanto 11,5 chilometri quadrati ma contribuisce con 1,68 miliardi di yuan al PIL di Shenzhen ed ospita più di 7.000 imprese. Tra esse, quasi un migliaio sono impegnate in produzioni ad alto contenuto tecnologico e circa il 10% di esse sono quotate sui mercati finanziari. Tencent Holdings, Huawei Technologies, e ZTE Corp sono alcuni dei grandi nomi attivi in tutto il mondo.
Grazie al proprio ecosistema manifatturiero (che rende la creazione di prototipi molto più veloce e meno costosa), Shenzhen sta crescendo ad una velocità maggiore rispetto ad altri siti nazionali e si sta specializzando nel campo dell’hardware: alcuni già la chiamano la “Silicon Valley dell’hardware”. Nel 2013, Shenzhen è stata anche la città che ha registrato il maggior numero di brevetti depositati, rappresentando così il 41% di tutti i nuovi brevetti in Cina (Pechino al 19%, Shanghai al 7% e Chengdu solo all’1%) nel campo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, scavalcando Tokyo e San Francisco nella classifica mondiale. Shenzhen si è imposta come importante hub dell’innovazione, e la velocità di crescita ha attirato l’interesse di numerosi investitori, multi-nazionali e startup.
Shanghai, invece, ospita poco meno di 4.000 società high-tech per quasi 780 mila persone, concentrate nelle due zone di sviluppo Zhangjiang Hi-Tech Park e la più piccola Shanghai Zizhu Hi-Tech Industrial Development Zone. Dopo gli ultimi due decenni di sviluppo, Zhangjiang è stata indicata come “high-tech zone di innovazione più competitiva, ad eccezione della Silicon Valley” nel tech capital’s report del 2013.
Il settore tecnologico del circuito integrato (IC), che ha caratterizzato l’intero settore IT e la Silicon Valley, è stato a lungo dominato da poche multinazionali a fronte delle necessità produttive di ingenti investimenti e di alto livello di know-how. Recentemente, tuttavia, la Semiconductor Manifactury International Corporation (SMIC), situata in Zhangjiang, ha sovvertito il tradizionale oligopolio imponendosi come uno dei principali produttori nel mondo.
Secondo il vice-presidente della SMIC Gao Yonggang, il gigante tecnologico ha infatti registrato un volume d’affari di circa $ 2.2 miliardi lo scorso anno, piazzandosi al quarto posto per fatturato nel settore manifatturiero globale IC.
Zhangjiang, è situata in una zona definita “Drug Valley”, dedicata allo sviluppo della tecnologia biologica. Per questa industria è stato definito un percorso di crescita molto simile a quello della Silicon Valley. Secondo le statistiche, il reparto R&D dell’azienda ha fino ad ora registrato un numero di nuovi farmaci superiore a 300, metà dei quali innovativi.
Yang Ye, direttore del comitato amministrativo di Zhangjiang High-Tech Industrial Park, ha annunciato l’internazionalizzazione di Zhangjiang, ed affermato che lo sviluppo locale delle industrie tecnologiche è oggi competitivo sulla scena mondiale.
Il numero di imprese multinazionali attive nella ricerca e lo sviluppo in Zhangjiang ha raggiunto 133, caratterizzate dall’uso di infrastrutture ad alto valore tecnologico. A Shanghai hanno sede 8 Unicorni (Lufax, Ele.me, e China Rapid Finance tra gli altri). Questo centro economico, in particolare, trova nel campo farmaceutico il principale settore d’innovazione. Un nuovo farmaco ogni tre viene sviluppato a Shanghai. La ricerca farmaceutica, tuttavia, è portata avanti principalmente da società estere. Solo qualche mese fa, il gigante farmaceutico svizzero Novartis ha annunciato la creazione di un centro di ricerca composto di sette palazzi nel tech park di Shanghai. Il settore farmaceutico dunque è altamente sviluppato e la presenza nel distretto finanziario si traduce in facilità di accesso ai capitali. In tempi recenti, tuttavia, il predominio di Shanghai si affievolendo a favore della capitale e di Shenzhen.
E’ invece ancora nelle prime fasi di sviluppo, che sono caratterizzate da un’attività di innovazione non ancora specializzata, tassi di crescita di rilievo, grandi opportunità ma anche forte incertezza) la città di Chengdu. Nessun Unicorno ha sede a Chengdu.
Sono presenti 3 zone economiche speciali (ZES) in Cina: nella provincia del Guangdong (Shenzhen, Zhuhai e Shantou), nella provincia di Fujian (Xiamen) e l’intera provincia dell’Hainan. Queste zone sono caratterizzate da politiche facilitative e misure flessibili per la gestione del sistema economico, tra cui incentivi fiscali particolari per investimenti stranieri in tali zone, sviluppo di caratteristiche economiche basate su principi ad hoc e indipendenza nella gestione delle attività commerciali. Le ZES hanno piani di sviluppo differenti rispetto alle normali zone economiche: l’amministrazione economica è di competenza dell’autorità provinciale mentre quella legislativa è esercitata dal congresso e dal governo locale.
L’innovazione si concentra nelle comunità urbane con le principali università, centri di ricerca e investitori. La Silicon Valley è nata da Stanford e dall’Università di California; Kendall Square dal MIT e dalla Harvard Medical School. In modo analogo, l’Accademia delle Scienze e le Università Tsinghua e Peking hanno avuto un ruolo fondamentale nella trasformazione di Pechino in un centro di innovazione. Tuttavia, con l’eccezione di Pechino e parzialmente di Shanghai, l’innovazione in Cina si è sviluppata principalmente dall’alto, ovvero su spinta dello stato (come a Shenzhen e Chengdu).
In Cina, infatti, il governo centrale stabilisce le linee guida generali e i governi locali hanno autonomia su come agire e raggiungere gli obiettivi, ma sempre nel rispetto di tali linee guida. I governi locali dunque hanno una vasta gamma di mezzi per sostenere l’innovazione nelle proprie città.
L’aiuto delle amministrazioni locali all’innovazione, oltre alle politiche di agevolazione può essere confrontato sulla base della loro spesa sulla scienza e la tecnologia. La Municipalità di Pechino si è dimostrata essere la più generosa sia in termini assoluti sia in termini percentuali, investendo il 6.3% del budget complessivo. Shanghai e Shenzhen hanno investito quasi quanto Pechino in termini assoluti, ma solo il 5.3% e il 3% dei rispettivi budget. Chengdu ha investito meno delle altre città con l’1.2% del proprio budget. Tuttavia, la spesa pubblica di Chengdu in questi settori è cresciuta del 78.7% tra il 2011 e il 2014.
In quest’ambito gioca un ruolo fondamentale anche il settore industriale. Nel 2014, le industrie di Shenzhen hanno investito un totale di $21 miliardi sulla ricerca e lo sviluppo, il 53% in più rispetto al 2011. Le industrie di Shanghai hanno investito un totale di $6.7 miliardi nel 2014. Sia Pechino sia Chengdu rimangono indietro con investimenti di circa $3.5 e $3 miliardi. Tuttavia, Chengdu si distingue in termini di crescita: tra il 2011 e il 2014, gli investimenti da parte del settore industriale sulla ricerca e lo sviluppo sono aumentati di uno straordinario 88%.
Una volta che l’ecosistema favorisce la nascita di startup, queste necessitano di finanziamenti e nella fase di crescita, la fonte più comune è quella del venture capital (VC). Nel 2015, Pechino è stata la città che ha ricevuto il maggior flusso di capitali ($20 miliardi), seguita da Shanghai ($12.2 miliardi). Pechino, inoltre, può contare su tutte le maggiori società di VC.
La Cina ha più di 600 città, che sono spesso suddivise in quattro o cinque livelli in base a criteri diversi. Considerando i fattori:
- popolazione
- sviluppo dei servizi
- infrastrutture
- natura cosmopolita
Le zone vengono classificate in ordine decrescente, ovvero il livello 1 rappresenta le aree maggiormente sviluppate, il livello 5 quelle meno sviluppate. Le zone rurali sono villaggi nei pressi di Tiers 2, 3, 4, e 5.
1 ° Livello: Beijing, Shanghai, Guangzhou e Shenzhen
Pechino è la capitale della Cina e anche centro culturale e dei trasporti della Cina.
Shanghai è la città e il porto più importante in Cina, nonché il polo economico principale della Cina.
Guangzhou e Shenzhen sono due grandi città sul delta del Pearl River (o Zhujiang in Mandarino), che è una delle aree metropolitane più sviluppate in Cina. Queste città sono inoltre vicine a Hong Kong e possono quindi beneficiare di scambi e compravendite internazionali interregionali.
Le industrie che si sono evolute per diventare forze motrici dell’economia cinese tendono a raggrupparsi intorno a città di primo livello, poichè quelle posizioni hanno il maggiore potenziale di attrarre investimenti stranieri e nazionali.
2 ° Livello: Tianjin, Nanjing, Hangzhou, Suzhou, Wuhan, Xi’an, Shenyang, Chengdu e Chongqing
Le città di secondo livello sono diventate sempre più attraenti per gli investitori e rappresentano alcune delle zone a più rapida crescita.
Tianjin è un importante porto nel nord della Cina. E’ anche considerato come la principale succursale economica di Pechino per la sua posizione geografica.
Nanjing, Hangzhou e Suzhou sono le tre principali città sul delta dello Yangtze River, nei pressi di Shanghai. Queste quattro grandi città costituiscono un importante area economica urbanizzata, che è un importante motore dell’economia cinese. Hangzhou è anche un polo dell’high tech in rapido sviluppo in Cina.
Wuhan e Xi’an sono rispettivamente le città più importanti della Cina centrale e nord-occidentale. Wuhan è nota per l’industria e la produzione, mentre Xi’an è una ex capitale storica.
Shenyang è la città centrale della Cina nord-orientale usata come base industriale della Cina continentale; tuttavia, ora tale regione è in declino.
Chengdu e Chongqing sono città gemelle, nel bacino del Sichuan della Cina sud-occidentale, ed entrambe hanno l’obiettivo di diventare importanti centri economici della Cina centro-occidentale.
3 ° Livello: Jinan, Hefei, Dalian, Harbin, Changsha, Zhengzhou, Shijiazhuang, Fuzhou, Taiyuan, Urumqi e Qingdao
Città generalmente non al livello delle tier 1 e 2 in termini di crescita economica e di sviluppo, anche se molte di queste sono ancora considerate molto significative a livello economico e storico.
Molte città di terzo livello sono considerate luoghi convenienti e relativamente poco costosi per la localizzazione di grandi industrie e grandi aziende.
4° e 5° Livello: Altri capoluoghi di provincia e città sviluppate come Kunming, Guiyang, Nanchang, Lanzhou, Yinchuan, Nanning, Xining, Changchun, Hohhot, Baoding, Ningbo, Datong, Xiamen, Weihai, Shantou, Lhasa e Haikou
Le città di queste categorie racchiudono la maggior parte della popolazione urbana e reddito complessivo della Cina.
Nonostante i risultati ottenuti dalle zone ad alta tecnologia della Cina, nello sviluppo e nell’innovazione il divario tra Cina e Stati Uniti (le due principali potenze economiche mondiali) rimane ampio.
Il divario si sta riducendo ma in termini di capacità di innovazione potrebbero essere necessari decenni perchè le high tech zones cinesi raggiungano il livello della Silicon Valley. La Cina dipendende ancora dagli Stati Uniti in alcune tecnologie di base come i sistemi operativi e i chip di silicio.
Altri aspetti fragili, secondo gli esperti, sono l’innovazione in ritardo di sistemi e meccanismi che ostacolano l’innovazione tecnologica, e la mancanza di protezione completa dei diritti di proprietà intellettuale che impediscono l’espansione delle imprese.
E’ attraverso le high-tech zones che la Cina punta a recuperare il ritardo con lo sviluppo tecnologico internazionale.