economia del Giappone
economia Giappone infografica

Economia del Giappone, i principali indicatori economici, infografica, i settori economici, commercio (dati e normativa), investimenti, (rischi benefici) i rapporti con l’Italia, fonti, siti web e libri in rete.
L’economia giapponese, in termini di Prodotto Interno Lordo (PIL), è la terza economia mondiale, preceduto solo da USA e Repubblica Popolare Cinese, nonché un mercato produttivo e finanziario di primaria importanza e grandi dimensioni.
Il rapporto sull’Economia della Giappone che segue è stato prodotto in collaborazione con RsA Asia.

Economia Giappone indicatori e infografica

  • Prodotto Interno Lordo: 4.939,38 Miliardi USD
  • Tasso di crescita economica: +1.4 %
  • Inflazione: 0,7%
  • Disoccupazione: 2,8%
  • Popolazione Totale: 126.800.000
  • Popolazione Lavorativa: 65.450.000
  • Tassazione: Imprese 30,86% – Individuali 55,95%
  • Debito Estero: 3.526 Miliardi USD
  • Debito interno: 250,40% del PIL

Analisi economia Giappone

L’analisi economica nipponica non può prescindere dal un mercato interno molto esteso, trainato dai notevoli consumi interni (128,000,000 milioni di abitanti), di infrastrutture all’avanguardia e di una posizione geografica strategica, anche dovuta alla vicinanza con la Cina, con la quale detiene diversi legami commerciali ed economici. L’avanguardia tecnologica è uno dei punti di forza del paese, che gode di tecnologie innovative in diversi settori, le quali stanno dando un importante contributo alla costante crescita economica del paese. Il governo sta inoltre promuovendo una politica volta a favorire gli investimenti, con lo scopo di incrementare l’economia e risollevare il paese a seguito delle conseguenze delle crisi dei mutui sub-prime nel 2008 e dei debiti sovrani nel 2011.

Il sistema giuridico Giapponese è al giorno d’oggi favorevole ed aperto a investimenti esteri, ad eccezione di alcuni settori (agricolo, minerario e di sicurezza nazionale), ed è inoltre incline a intrattenere rapporti commerciali stabili e a lungo termine. L’elevato tenore di vita della popolazione Giapponese, favorisce gli investimenti di alto livello: non stupisce quindi il notevole interesse per i prodotti Made in Italy. Il mercato Giapponese dell’export italiano è infatti in decisa crescita ed eventuali investimenti in settori di alta qualità (molto apprezzati dai consumatori locali) sono quindi suggeriti come potenziali opportunità ad alto rendimento economico.

Anche grazie alle politiche di incentivo all’investimento economico, il Giappone può essere casa di importanti investimenti futuri riguardanti il settore energetico e la conservazione ambientale; ci sono dunque possibilità di investimenti in mercati come: energie rinnovabili, biotecnologie, l’ICT (E-Health), l’architettura, la robotica, la domotica e i prodotti chimici e farmaceutici.

Settori economici del Giappone

A seguito dei decisi investimenti governativi promosso dal Governo Abe, lo stato Nipponico presenta vari settori in cui al giorno d’oggi e in proiezione futura è vantaggioso investire.

Settore delle Energie Rinnovabili
A seguito dei disastri nucleari, il Giappone ha sviluppato una forte mentalità anti-nucleare, e di conseguenza estremamente favorevole alle energie rinnovabili e pulite. Importanti finanziamenti sono stati dunque dedicati a questi settori: solare fotovoltaico, eolico, idrico (energia idraulica di potenza inferiore ai 30 MW), geo-termico e bio-masse.

Industria dell’Informazione e della Comunicazione
Il settore dell’industria dell’informazione e della comunicazione è considerato un ambito strategico in cui investire, in quanto costantemente in espansione.

Prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici
Considerato l’invecchiamento della popolazione, questo settore è considerato fortemente strategico. Il Giappone è il secondo maggior mercato al mondo per i prodotti farmaceutici, secondo soltanto agli Stati Uniti.

Computer e prodotti di elettronica e ottica, apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e orologi
Investire dunque nell’ E-health, cioè tutto ciò che è riconducibile alla salute e alla sanità. Il Giappone ha sempre investito molto in tecnologie e tecnica, quindi si può presumere di trovare tale mercato fiorente ed aperto alle nuove tecnologie.

Le nanotecnologie, in particolare, sono unanimemente considerate una delle tecnologie di base più importanti del Paese.

Altri settori in cui è opportuno investire sono elencati sottostante:

Settore ITC;
Settore farmaceutico;
Settore delle attività professionali, tecniche e scientifiche;
Settore dell’energia elettrica, del gas, del vapore e dell’aria condizionata;
Tecnologia (computer, prodotti di elettronica e di ottica);
Settore degli apparecchi elettromedicali;
Settore degli apparecchi di misurazione e degli orologi.

Commercio in Giappone – import export

Import export

 

Export

Il sistema doganale Giapponese è parte di diverse convenzioni internazionali, sul territorio è inoltre possibile trovare aree Hozei di diversa tipologia, per il transito delle merci. Il Giappone ha inoltre sottoscritto un accordo di cooperazione doganale con l’Unione Europea e vari accordi di libero scambio con Messico, Singapore, Malesia, Svizzera, APEC e ASEAN.

Import

Per quanto riguarda l’import di determinate merci, il Giappone richiede delle autorizzazioni, dazi o quote. Esempi di merci sottoposte a restrizioni possono essere: la salsa di pomodoro, i salumi, gli articoli di gioielleria, il caffè, i prodotti in pelle, il vino e il formaggio. 

Commerciale

La tutela della concorrenza pone le sue radici nelle Legge n. 54/1947 volta a favorire la libera concorrenza sul mercato evitando le concentrazioni e gli abusi di potere al fine di stimolare le iniziative economiche, sostenere i consumi e tutelare i lavoratori. È dunque proibita la creazione di monopoli e concordati che possano impattare la concorrenza del mercato e dare vita a pratiche scorrette. A controllo di ciò si erge la Fair Trade Commission, in grado anche di eseguire sanzioni penali ad eventuali trasgressori.

La tutela dei consumatori è garantita dalla Consumer Product Safety Law. L’organo in carica della certificazione dei prodotti è il Ministero del Commercio Internazionale e dell’Industria. La Money Lending Business Law (2006), stabilisce i massimali di esposizione del consumatore e di tasso di interesse. La Product Liability Law (1995) e la Consumer Product Safety Law, proteggono la garanzia

Investimenti esteri

La Foreign Exchange Law suddivide gli investimenti in investimenti diretti esteri (IDE), investimenti finanziari e investimenti di portafoglio. La Law on Extraordinary Measures prevede delle agevolazioni e degli incentivi finanziari per gli investimenti esteri.

Normativa del lavoro

Le principali normative sul lavoro si trovano nella Costituzione del Giappone che si occupa anche di diritto al lavoro, obbligo al lavoro, divieto al lavoro minorile e della libertà di associazione. Diverse normative si trovano nel Codice Civile, nella Relations Law (LRAL, 1946), nella legge delle norme sul lavoro (LSL, 1947) e nella Trade Union Law (TUL, 1949). Queste norme sono in vigore sia per lavoratori locali presso imprese private, sia a quelli stranieri con Visto di lavoro.

Investimenti in Giappone – rischi e benefici

La debole crescita, il crescente indebitamento pubblico e l’evoluzione demografica sfavorevole hanno iniziato a riflettersi negativamente sulla valutazione di affidabilità del Giappone. Politica fiscale e monetaria a seguito del governo Abe e della cosiddetta “Abenomics” hanno un evidente indirizzo espansivo, come confermato dal budget 2017/18, ma la debolezza della domanda interna continua a limitarne l’impatto sull’attività economica, mentre gli utili delle imprese sono sempre più legati alle fluttuazioni dello yen.

Tra i valori particolarmente sfavorevoli per intraprendere attività in Giappone troviamo la burocrazia sulle aliquote e sulla normativa fiscale a cui possiamo aggiungere una rigida normativa sul lavoro. Il Giappone dal punto di vista fiscale rappresenta uno dei paesi più onerosi dove costituire business, tuttavia, in confronto a molti paesi europei si può affermare che l’imposizione fiscale complessiva è sensibilmente più leggera e il rapporto fra autorità fiscali e contribuenti è più equilibrato. Le statistiche OCSE mostrano che la pressione fiscale complessiva in Giappone è infatti pari al 30.3%, mentre in Italia tale valore è del 43.6%, quinto paese al mondo.

Un elemento di rischio dello scenario è costituito dalle politiche protezioniste annunciate dall’amministrazione Trump, già concretizzatesi nel recesso degli USA dalla TPP e dalle crescenti minacce dalla penisola Nord-Coreana.

Benefici e punti di forza

L’elettorato Giapponese ha confermato la propria fiducia nel governo di Shinzo Abe attribuendogli un netto successo alle elezioni legislative del 10 luglio 2016. La coalizione fra LDP e Komeito controlla ora la maggioranza dei seggi in parlamento e l’esecutivo può meglio concentrarsi sulla gestione della politica economica. A seguito dei positivi dati, che vedono una crescita su base annua del PIL del +4%, miglior dato dal 2006 ad oggi, il Giappone si pone come un’economia decisamente forte e stabile.

Rapporti Italia Giappone

Sul versante dell’interscambio economico tra Giappone e Italia, il legame è forte e solido; le costanti visite dei nostri primi ministri non solo rafforzano tale legame, ma si inseriscono in un processo di operazioni finanziarie già in corso da tempo: si pensi all’acquisizione della Hitachi di Ansaldo STS e Ansaldo Breda, o quella di Mitsubishi di DelClima di proprietà di De Longhi.

Nel 2016 l’Italia ha esportato in Giappone 6 miliardi di euro (+9,6% e la previsione per il 2017 è del +4,9%), divenendo il 15° mercato di destinazione dell’export italiano con una previsione di crescita di 1,8 miliardi nel 2020 (SACE) .

Anche sul piano import, i dati testimoniano un interesse reciproco Italia/Giappone: l’Italia ha importato €4,0 mld di merce dal Giappone, un aumento del +28,7% rispetto al 2015.

Un concetto chiave di interpretazione dei dati, ma anche più in generale del rapporto tra Italia e Giappone, è che nonostante le differenze geografiche e culturali, sono paesi che hanno molte similitudini e quindi condividono problematiche comuni, come la carenza di materie prime e il rapido invecchiamento della popolazione. Pertanto il Paese del Sol Levante costituisce per l’Italia un partner essenziale e strategico nel processo di rilancio dei propri settori avanzati di ricerca e tecnologia, come dimostrato dai dati sulle quote di settore.

Settori quali le energie rinnovabili, le biotecnologie, le nanotecnologie, la farmaceutica, la robotica e la domotica, rappresentano un’importante opportunità per incentivare la collaborazione, lo scambio e il commercio tra i due paesi. Inoltre, la comune necessità di far fronte al tasso di invecchiamento della popolazione e la caratteristica giapponese di essere un mercato che anticipa e a volte determina i trend, aprono indubbi margini di sviluppo delle potenzialità di cooperazione commerciale e industriale anche nei paesi limitrofi con enormi potenzialità come la Cina.

Oltre ai mercati già consolidati, i principali settori di opportunità per le PMI nostrane sono elettronica, gioielli e alta moda, apparecchi elettrici, meccanica strumentale, mezzi di trasporto e arredamento.

Inoltre, il recente accordo EPA, (Japan EU Economic Partnership Agreement), atto ad abbassare le barriere tariffarie potrebbe aprire margini di business molto interessanti per le nostre PMI che puntano decise sul Sol Levante.

Nell’ambito della gestione e del risparmio energetico, importanti margini di cooperazione tra Italia e Giappone possono essere garantiti dalle tecnologie legate alle reti intelligenti. Il nostro Paese e’ divenuto in pochi anni leader mondiale nello sviluppo delle electrical smart grids, ossia di canali in grado di fare interagire produttori e consumatori, di determinare in anticipo le richieste di consumo e di adattare con flessibilita’ la produzione e la fruizione di energia. La gestione dei flussi bidirezionali, distribuito sul territorio, coinvolge quindi non solo l’energia prodotta dalle grandi centrali, ma anche quella generata in media e bassa tensione proveniente da fonti rinnovabili.

Le prospettive di collaborazione in questo settore risultano oltremodo interessanti: il Giappone, che dall’incidente di Fukushima ha visto crescere la sensibilita’ generale nei confronti del risparmio energetico, potrebbe divenire un partner di rilievo per il nostro Paese. Le utilities giapponesi potrebbero trovare utile avviare collaborazioni e così beneficiare dell’eccellenza tecnologica italiana nel campo delle smart grids.

Prodotto in collaborazione con RsA asia

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