Economia della Thailandia (Regno di Thailandia), i principali indicatori economici, infografica, i settori economici, commercio (dati e normativa), investimenti, (rischi benefici) i rapporti con l’Italia, fonti, siti web e libri in rete.

Economia Thailandia indicatori e infografica
- Prodotto Interno Lordo: 407,03 Miliardi di Dollari (USD)
- Tasso di crescita economica: +3.2 %
- Inflazione: 1,8%
- Disoccupazione: 0,9%
- Popolazione Totale: 68.893.514
- Popolazione Lavorativa: 37.693.000
- Tassazione: Imprese dal 0% al 20% Individuale:dal 0% al 35%
- Debito Estero: 121,50 Miliardi (USD)
- Debito interno: 35,5% del PIL
Analisi economia Thailandia
La Thailandia dopo il colpo di stato del 2014 (quando i suoi tassi di crescita non superavano l’1%), è riuscita nel 2016 a ottenere una crescita del 3,2%, Questo dato, insieme ad un basso tasso di disoccupazione e ad un ridotto rapporto debito PIL, porta a considerare la Thailandia come uno dei mercati di principale interesse in Asia.
Considerando il PIL pro capite a parità di potere d’acquisto, la Thailandia è un Paese a reddito medio-alto. La capitale Bangkok (che conta circa 14,5 milioni di abitanti) e i grandi centri urbanizzati come Phuket e Chiang Mai presentano una classe medio-alta in continua espansione, tale classe ha un potere d’acquisto pari, se non superiore, alle classi medio-alte dei paesi occidentali più industrializzate.
I dati del Ministero delle Finanze thailandese aggiornati ad aprile 2016 indicano che la disoccupazione rimane stabile allo 1.0% (favorita anche da un settore agricolo che, contribuendo solo l’8,9% del PIL impiega il 32,2% della forza lavoro), le riserve valutarie internazionali si sono stabilizzate intorno ai 172 miliardi di dollari, il tasso d’inflazione del 2017 è inferiore rispetto a quello del 2016 e la bilancia commerciale risulta stabilmente in avanzo 20.66 miliardi di USD). Nonostante l’aumento del debito privato, dovuto principalmente a causa delle spese da parte delle famiglie dovute alle inondazioni del 2011 e al programma del precedente Governo per l’acquisto della prima auto, il debito pubblico è pienamente sotto controllo.
Settori economici Thailandia
Costruzioni: Nel 2016 Il Governo ha stanziato oltre 35 miliardi di Euro per rilanciare anzitutto lo sviluppo della rete di trasporti, in particolare le ferrovie, inoltre ulteriori investimenti sona stati stanziati per l’apertura di bandi per la costruzione di nuove linee metropolitane e il prolungamento delle linee esistenti. Tra le più importanti opere si segnalano l’ampliamento della MRT (Metropolitan Rapid Transit) nella capitale Bangkok, la costruzione di linee ferroviarie ad alta velocità e l’ampliamento degli aeroporti del Paese. Tutti questi progetti necessitano di prodotti e componenti ad alto livello tecnologico.
Autoveicoli, rimorchi e semirimorchi: Autoveicoli per uso familiare sono molto diffusi, soprattutto di manifattura giapponese e coreana. Riguardo i marchi europei non assemblati in Thailandia, essi sono poco diffusi per via dell’alto livello di dazi doganali che fanno aumentare di molto il costo al consumatore finale. Mercato a parte, molto fiorente, è quello delle auto di lusso, ove gran parte del business è detenuto dai marchi italiani come Ferrari e Maserati che sono molto apprezzati dai compratori ad alto potenziale di spesa.
Automotive: Il settore dell’automotive è stato il principale propulsore di investimenti che arrivano in Thailandia. Le case produttrici di automobili svolgono importanti attività manifatturiere e di assemblaggio al fine di garantire prodotti di ottima qualità costruttiva a prezzi molto competitivi sul mercato.
Altri mezzi di trasporto: Navi e imbarcazioni, locomotive e materiale rotabile, aeromobili e mezzi militari vengono periodicamente acquistati dal Governo di Bangkok.
Flussi turistici: Il turismo in Thailandia è fiorente e in continuo aumento. Gli arrivi registrati in Thailandia nel 2016 hanno superato i 32,5 milioni, con un aumento superiore al 9% rispetto all’anno precedente. Dall’Italia si sono registrate oltre 265.000 presenze nel 2016, segnando l’ottavo anno di crescita consecutivo.
Moda, arredamento e design: l’esponente crescita della classe medio-alta di Bangkok e la grande risonanza del made in Italy rende questi settori potenzialmente molto interessanti.
Commercio in Thailandia – import export
Import export
Export
Nel 2015 la Thailandia ha esportato per un valore di 231 Miliardi USD, ponendosi al ventesimo posto nella classifica mondiale dei più grandi esportatori, incrementando negli ultimi ultimi 5 anni con un tasso annualizzato del 1,9% (nel 2010 era di 203 miliardi USD). Le esportazioni più recenti sono guidate dai computer con un 7,89% del totale, seguito dal settore delivery trucks (4,27%). I principali stati destinatari sono Stati Uniti (28,6 miliardi USD), Cina (28,5 miliardi USD) e Giappone con un valore di il 20,3 miliardi USD del totale esportato.
Import
La Thailandia nel 2015 ha importato 190 miliardi USD, posizionandosi al ventiduesimo posto nel ranking mondiale dell’export. Nel 2010 il valore in USD delle importazioni era di 169 miliardi USD fino ad arrivare nel 2015 al valore di 190 miliardi USD (il tasso annuale attualizzato è del 1,7%). I più grandi settori che guidano le esportazioni thailandesi sono Crude Petroleum con il 9% del totale, seguito dal settore dei circuiti integrati con il 3,97%.
Investimenti esteri
Le imprese straniere sono molto attratte dalla posizione strategica della Thailandia, la sua posizione tra Cina e India permette di accedere facilmente all’area di libero scambio del Sud-Est Asiatico (ASEAN) e agl’incentivi offerti dalla Commissione per gli investimenti (BOI). Il Governo sta adottando politiche e facendo investimenti che puntino a massimizzare l’utilizzo delle tecnologie digitali in tutte le attività socio-economiche con lo scopo di sviluppare le infrastrutture, l’innovazione, i sistemi informativi, il capitale umano ed altre risorse digitali che contribuiranno a guidare il paese verso una maggiore prosperità, stabilità e sostenibilità (c.d. programma “Thailand 4.0”). Per promuovere il programma Thailand 4.0, il Dipartimento del Ministero per il Commercio e per lo Sviluppo Commerciale ha richiesto l’approvazione del Consiglio dei Ministri di nuova legge che permetterà, di costituire società autonomamente e questo faciliterà indubbiamente il processo di costituzione di una PMI, andando così a rimuovere molti ostacoli agli investitori stranieri.
Normativa del lavoro
Con l’entrata in vigore del nuovo Labour Protection Act nel 1998, il diritto Thailandese del lavoro è stato profondamente riformato e modernizzato. Le condizioni di lavoro sono ancora al di sotto degli standard europei che offrono concessioni salariali maggiori e un maggior numero di giorni di concedo, oltre a migliori prestazioni sociali. In Thailandia i rapporti tra datore e dipendente sono regolate principalmente dal Labour Protection Act, dal Commercial Code dal Work Rules and Regulations. Il tempo di lavoro legale è limitato a rispettivamente 8 ore di lavoro al giorno e 48 settimanali, tempo ridotto in caso di lavoro dannoso per la salute: 7 ore al giorno e 42 alla settimana. Ad ogni dipendente deve essere concesso almeno un giorno libero a settimana, di regola la domenica. Se un collaboratore viene licenziato è prevista per legge un’indennità di buona uscita a seconda degl’anni di servizio (fino ad un massimo di 10 mensilità). Per un soggetto straniero che intende trovare un lavoro da dipendente sono solitamente richieste qualifiche tecniche o manageriali di alto livello; viene invece maggiormente incoraggiata l’iniziativa lavorativa indipendente.
Investimenti in Thailandia – rischi e benefici
Investire a Thailandia
- La Thailandia, per la sua posizione geografica e dotazione di infrastrutture oltre che dal fatto di essere entrata nel mercato unico ASEAN nel 2015, si pone come punto di collegamento ideale per insediamenti produttivi che guardano all’intera regione.
- La classe media è in costante e rapido aumento e, in particolare la capitale Bangkok dispone di un reddito pro capite ben più alto rispetto alla media nazionale. Ciò comporta una sempre maggiore propensione al consumo, soprattutto verso beni provenienti da Paesi come l’Italia, che godono di un’immagine estremamente favorevole in termine di qualità.
- I settori ad alto contenuto tecnologico quali le energie rinnovabili, macchine utensili, attrezzature elettromedicali, chimica e biotecnologie, packaging, presentano un potenziale di grande interesse da sviluppare.
- La Thailandia, è il più grande produttore di automobili in ambito ASEAN, per questo denominata anche la Detroit del Sud Est asiatico. Molte tra le principali case automobilistiche assemblano in Thailandia, rendendo il settore della componentistica un’area tra le più interessanti del Paese.
- Le opportunità di joint venture con imprese locali altamente specializzate e tecnologiche nel settore delle infrastrutture e dell’energia oltre che del turismo e della gestione delle acque, coniugate con L’ASEAN Economic Community, offrono numerose opportunità per aziende straniere, anche in connessione con i progetti di sviluppo infrastrutturale del vicino Myanmar e Laos.
Rischi di investire a Thailandia
- Scarsa trasparenza nelle procedure doganali, specialmente sull’attribuzione del valore della merce e sulla corretta applicazione degli oneri fiscali. Inoltre sussistono rischi nelle procedure di registrazione obbligatorie per l’importazione di certe categorie di prodotti (come: alimentari, attrezzature elettromedicali, apparecchiature elettriche). Un altro rischio deriva dal doversi interfacciare con l’applicazione delle leggi e delle normative locali in materia di autorizzazioni amministrative, rilascio di licenze e permessi. Le procedure sono alle volte eccessivamente lunghe e i provvedimenti spesso non adeguatamente motivati.
- Nonostante la particolare situazione seguita al colpo di stato del 2014 e l’attuale processo di revisione costituzionale per il ritorno alla democrazia, non sussistono particolari rischi di instabilità politica. Sussistono invece rischi di natura terroristica nelle aree di confine con Malesia e Myanmar, per la presenza di gruppi estremisti che in passato hanno già colpito le provincie più turistiche del Paese.
Rapporti Italia Thailandia
La presenza italiana in Thailandia è rilevante, sebbene inferiore alle opportunità che offre un mercato di quasi 70 milioni di abitanti.
Nell’ottobre 2015 è stato costituto il Business Forum Italia-Thailandia, che riunisce a livello ‘top management’ 29 grandi Gruppi dei due Paesi (con fatturato complessivo di oltre 315 miliardi di USD annui) operanti in diversi settori, con l’obiettivo di favorire le relazioni economiche, creare opportunità di business e aprire il terreno anche per le PMI dei rispettivi Paesi. Sotto il profilo economico-commerciale, il potenziale inespresso dei rapporti bilaterali è dimostrato dall’andamento dall’interscambio, assestatosi negli ultimi anni poco al di sotto dei 4 miliardi di Euro. Nel 2016 il valore degli scambi ha raggiunto 3,4 miliardi di USD (con una crescita del 5.11% rispetto all’anno precedente), come confermato dai dati delle Dogane thailandesi. Si esportano in Thailandia soprattutto macchinari, prodotti chimici e, in misura crescente, beni di consumo, grazie a un’espansione della classe media urbana che offre prospettive interessanti al Made in Italy. Tra questi vini e agroalimentare trovano ottimi spazi, ma sono in parte frenati da alti dazi e divieti all’importazione, lasciando così maggiori opportunità ad arredamento, design e moda. Di particolare interesse sono i settori ad alto contenuto tecnologico come infrastrutture, trasporti (soprattutto ferrovie), energie alternative, biotecnologie, macchine utensili, packaging, automotive, industria agroalimentare.
Il turismo italiano in Thailandia sta registrando, negli ultimi anni, una crescita esponenziale.
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Fonti e siti web Economia Thailandia
Fonti
- Fondo Monetario Internazionale
- World Bank
- Asian Development Bank
- Ambasciata del Regno di Thailandia in Italia
- ICE Rapporto Paesi
Siti web e Video