Il 1 maggio 2010 e’ stata inaugurata a Shanghai l’edizione numero 73 dell’Esposizione universale che durera’ fino al 31 ottobre. L’evento accogliera’ un centinaio di nazioni e oltre 70 milioni di visitatori. Ancora una volta tutto e’ stato organizzato in modo perfetto. Dopo i fasti dei giochi olimpici e l’anniversario dei 60 anni di Repubblica popolare, il paese attendeva la propria consacrazione con l’Expo. Un’altra occasione per il Paese per mostrare i muscoli al resto del mondo e caricare di orgoglio i propri cittadini.
Non si puo’ che essere fieri di un paese in costante crescita, che ha bruciato ogni record e ha regito alla crisi globale trainando la ripresa di tutte le economie della regione. Grazie al motore di Pechino, Indonesia e Thailandia, insieme ad altri paesi del Sud est asiatico hanno gia’ ritrovato ritmi analoghi a quelli pre-crisi.
Non si puo’ che sbandierare il proprio orgoglio se il prodotto interno lordo della Cina e’ cresciuto ad un tasso del 12% nel primo trimestre 2010, grazie agli investimenti residenziali, al mercato dell’auto e alla produzione industriale, variata positivamente del 20%. L’economia cinese sta vivendo la stessa corsa del quinquenio precedente. Una ripresa fin troppo accelerata, e un relativo rischio inflazione che porta gli analisti a pensare che la rivalutazione dello yuan dovra’ essere il prossimo passo della politica economica del paese.
Gli italiani che hanno puntato sulla Cina, manager o imprenditori, sono dvvero tanti. Ogni impresa con investimenti oltre-confine ha una rappresentanza nel paese. I motivi per investire in Cina sono infiniti. In primis, e’ sufficiente confrontare la crescita a due cifre di Pechino con l’inerzia e il sonno perpetuo in cui e’ scivolata l’Italia. Il resto dell’economia mondiale, in generale, sta uscendo solo ora dalla faticosa convalescenza della recessione. L’impatto della crisi finanziaria sulla Cina e’ sembrato simile ad un raffreddore stagionale di fronte ad un tornado. La crescita del Pil ha toccato nel 2008 e 2009 risultati tra l’8% e il 9%. La reazione di Pechino alla crisi globale e’ stata infatti violenta: 500 miliardi di dollari stanziati per un rilancio di cui hanno beneficiato tutte le economie vicine.
Il nuovo target della Cina e’ stato lo stimolo dei consumi interni per ridurre gli squilibri dell’export. Il paese ha capito che non poteva puntare solo sull’estero e ha iniziato ad alimentare la domanda interna. Il riequilibrio verso i consumi domestici, programmato da Pechino, e’ un’altra ottima occasione per gli investitori che vogliano vendere in Cina e non solo delocalizzare la produzione.
Il dinamismo dell’economia cinese e l’apertura alle imprese straniere si aggiungono ad un sistema fiscale sempre piu’ in linea con gli ordinamenti occidentali. L’integrazione della Cina nell’economia globale cresce, infatti, con la rivoluzione economica che vive il paese e le opportunita’ che ne derivano sono straordinariamente varie.
Per quanto concerne gli ultimi record bruciati dalla Repubblica popolare, in base alle stime del WTO, nel 2009 la Cina ha esportato merci per un valore pari a 1.202 miliardi di dollari, posizionandosi come primo paese esportatore del mondo e rubando il primato alla Germania. Sempre nel 2009 la Cina e’ diventata il primo mercato automobilistico mondiale, l’auto e’ il nuovo status symbol per i cinesi. Il 2010 e’ invece l’anno del sorpasso, nelle classifiche del Pil, della Cina sul Giappone, e nel 2035, secondo le previsioni, il prodotto interno lordo superera’ anche quello degli Stati Uniti.
L’andamento del mercato immobiliare, insieme all’incremento della produzione industriale, ha trainato la crescita del paese nel primo periodo dell’anno in corso. I prezzi degli appartamenti a Shanghai e Pechino sono aumentati fino al 50% nel 2009. Per allontanare il timore di una bolla speculativa, sono stati stanziati, verso il settore residenziale, parte dei fondi del mega-pacchetto di stimolo varato dal governo.
Il 2010, con l’EXPO di Shanghai e la crescita violenta del Paese, e’ quindi un altro anno all’insegna della Cina. Un altro anno di record economici, nella volata di Pechino alla conquista del futuro.
Lorenzo Riccardi – Dottore commercialista, Shanghai
lr@rsa-tax.com – RsA Asia