Il Vietnam posticipa il mega progetto dei nuovi grattacieli di Saigon

Il progetto architettonico BIDV Tower prevede una nuova torre di 40 piani che sia il simbolo del progresso economico del Vietnam nello skyline di Ho Chi Minh City.

Ma il progetto avveniristico, che segue gli esempi di Shanghai, Taipei e Singapore, sembra essere rallentato dalla crisi del mercato immobiliare, colpito duramente dalla instabilità economica. Il progetto, finanziato da uno dei principali istituti di credito del Paese, è stato infatti bloccato. Per il momento, l’area in cui dovrebbe sorgere la BIDV Tower è uno dei molti cantieri abbandonati che sono stati temporaneamente adibiti a parcheggio per auto, dove gli impiegati pagano pochi dong al giorno per parcheggiare il proprio scooter.

Gli affitti degli uffici più prestigiosi sono scesi attualmente dagli 80 dollari / mese al metro del 2008 a meno di 30 dollari che si possono pagare oggi, anche se sono ancora maggiori di altre città asiatiche come Kuala Lumpur e Bangkok. Inoltre la carenza generale di liquidità che colpisce il Paese, ha portato il sistema bancario sottocapitalizzato del Vietnam sull’orlo di una crisi.

Molti degli esperti del settore immobiliare confermano che in tutto il Vietnam ci sono centinaia di progetti immobiliari “congelati”. Le aziende statali, molte delle quali pianificarono di costruire grattacieli con l’aiuto di prestiti governativi vantaggiosi e accessi preferenziali alle aree, sono state colpite dalla crisi e gli operatori del mercato immobiliare sono stati presi alla sprovvista.

Gli squilibri nel mercato immobiliare del Vietnam sono sintomo di un malessere più diffuso che affligge profondamente l’economia.

Dang Thanh Tam, uno dei più ricchi magnati del Vietnam e membro del partito comunista vietnamita che ha la maggioranza in parlamento, conferma che il 2011 ha registrato una delle peggiori performance degli ultimi vent’anni e tassi di interesse troppo elevati hanno causato il fallimento di diverse imprese del settore.

Il governo, aprendo l’economia del Vietnam al mondo, ha garantito nel 2007 il più alto tasso di crescita di tutta l’Asia, dopo Cina e India.

Da quando il governo e’ interventuto negli ultimi mesi con misure incisive, si e’ rilevata una diminuzione sensibile del tasso d’inflazione e la perdita di valore della moneta vietnamita si è fermata.

Oggi sia gli investitori esteri che i Vietnamiti rimangono cauti. Si prevede una crescita del prodotto interno lordo del 5,7% quest’anno, meno del 5,9% registrato nel 2011 e ben al di sotto del tasso tendenziale del 7% che ha attirato gli investitori negli anni precedenti.

La banca centrale pianifica per l’anno in corso di ristrutturare o, se necessario, chiudere le banche più deboli, riformando l’intero sistema bancario.

Secondo Mr. Tam, che possiede il Saigon Invest Group con interessi nel settore immobiliare, bancario e delle telecomunicazioni, l’economia del Paese avra’ invece un impatto positivo nel 2012, con tassi di inflazione a una cifra e tagli ai tassi di interesse.

Ma gli economisti dicono che il governo deve resistere alla pressione di aumentare i prestiti troppo rapidamente oppure l’inflazione riprenderà a salire, compromettendo il ritorno alla stabilità economica e colpendo la povertà.

Il progetto del nuovo skyline di Ho chi Minh city e’ quindi rallentato fino a quando il Paese risolvera’ la situazione di instabilita’ che caratterizza l’economia emergente del vietnam degli ultimi anni.

Lorenzo Riccardi – Dottore commercialista, Shanghai
lr@rsa-tax.com – RsA Asia

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