L’economia dell’India sta avendo una moderata performance, favorita dai dati demografici della giovane popolazione, il cui vantaggio deve essere mantenuto attraverso i miglioramenti sulla facilità di accesso dei giovani alla scolarizzazione ed alla formazione professionale di alta qualità. Nel medio termine ci si aspetta una crescita stabile, l’India oggi vale il 7% del Pil mondiale, raggiungerà l’11% entro il 2030, per poi ulteriormente espandersi nel lungo termine fino al 18%, (fonte OECD).
La performance di crescita, dipenderà molto dalle riforme strutturali di cui il paese ha bisogno per sostenere lo sviluppo industriale, in particolare il paese è carente di infrastrutture, principale causa di una logistica inadeguata per attrarre investitori stranieri e svilupparlo più velocemente. Ad oggi, gli interventi di cui il paese deve dotarsi, devono essere non solo programmati ma anche realizzati, al fine di sostenere la crescita e promuovere lo sviluppo su ampia base.
Il dodicesimo piano quinquennale (2012-2017) va verso questa direzione e descrive le riforme progettate dalla politica, finalizzate ad alzare il tasso di accrescimento del paese all’8% durante il periodo del piano per poi incrementarlo all’9%. La visione di realizzazione del piano programmato, deve essere veloce, sostenibile finanziariamente, a cui vanno aggiunti ulteriori azioni e colte delle opportunità in favore della crescita. Il paese, deve saper valorizzare le capacità umane ed istituzionali, investire nella ricerca di nuove tecnologie e nell’ambiente, gestire le risorse naturali disponibili sul territorio, creare la cultura industriale ambientale per implementare nuovi cicli produttivi di qualità ed a basso impatto ambientale, alimentati dalle fonti rinnovabili.
Il sistema finanziario ed assicurativo, dovrà accompagnare lo sviluppo del paese, per facilitarne l’integrazione all’economia globalizzata. L’india potrà accelerare il miglioramento delle condizioni di vita sociale ed economico del popolo attraverso i nuovi scenari della globalizzazione, guidati dalla discesa del prezzo delle fonti energetiche fossili che, cambierà radicalmente le posizioni di molti paesi industrializzati e con economie mature, costretti a rivedere i loro piani e modelli di sviluppo. Ma anche la Cina, in piena fase di rivoluzione e di cambiamento dell’attuale modello di sviluppo del Paese, sta transitando da un modello produttivo obsoleto ed inquinante ad un nuovo modo di concepire lo sviluppo industriale, produzioni di qualità, innovativi, tecnologici e con cicli produttivi più sicuri per i lavoratori ed a basso impatto ambientale, una vera rivoluzione in atto.
La Cina, sempre di più driver dell’economia mondiale e punto di riferimento per lo sviluppo delle economie dell’area Asian, potrà rilevarsi un ottimo alleato dell’India attraverso la realizzazione della più grande rete di business, meglio conosciuta come One Belt One Road, ex via economica della Seta, che vede coinvolti nel progetto 65 Paesi, oltre 4,4 miliardi di persone e circa il 40% del Pil mondiale.
L’india, già forte nei settori dell’informatica, dell’automotive, del tessile, packaging, dal progetto beneficierà 8 trilioni di dollari US per la realizzazione delle opere infrastrutturali, occasione unica per il paese di velocizzare la costruzione, ampliamento ed ammodernamento delle infrastrutture, autostrade, rete ferroviaria dell’alta velocità, porti. L’India, si conferma un’opportunità di medio lungo termine, non fa differenza rispetto a tutti i paesi dei mercati emergenti globalizzati, quindi un’occasione anche per le imprese italiane che vogliono acquisire importanti quote di mercato nel manifatturiero, in particolare nell’informatica, tessile, automotive, packaging, arredamento, ma anche nei servizi del terziario avanzato, come la formazione, i servizi di qualità, la sicurezza nei luoghi di lavoro, i sistemi produttivi, ricerche di mercato, marketing, progettazione in genere, fonti rinnovabili ed efficientamento energetico.
Certo che la competizione è alta, all’innovazione tecnologica non si può rinunciare, se non lo si dispone meglio rinunciare subito a competere, le marginalità sono misurate (fenomeno della globalizzazione), quindi la differenza scaturisce dal grado tecnologico che l’azienda ha nel ciclo produttivo, dall’efficientamento dei costi ed infine dalla capacità di investimento.
L’India, non è un paese facile, forse difficile per gli stessi indiani, ma sicuramente con il giusto approccio e programmazione, è alla portata delle nostre Pmi nei diversi settori di attività. Con una popolazione di circa 1,251 milioni di persone, la maggioranza sono giovani e quindi consumatori, con un reddito pro capite annuo molto basso ma destinato a crescere, L’India, ha tutte le caratteristiche di un grande mercato di interesse delle nostre imprese e dei prodotti e servizi del Made in Italy.
India – crescita progressiva
