Il Premio Nobel per la Pace 2014 e’ stato assegnato a due persone. Un uomo ed una donna, un senior ed una giovanissima, un indiano ed una pakistana. A quest’ultimo aspetto non e’ stata data scarsa rilevanza sulla stampa indiana, evidenziandolo come “un atto simbolico volto a superare la storica rivalità tra le due nazioni” che porta instabilità in Asia del Sud.
La giuria del Premio Nobel ha dichiarato che il riconoscimento va a Kailash Satyarthi (60 anni, residente a New Delhi) e a Malala Yousafzai (17 anni), residente a Birmingham, in Gran Bretagna per la loro lotta contro lo sfruttamento dei bambini ed il loro diritto all’educazione. Per i dettagli rimando all’articolo del Corriere della Sera.
Dall’India trovo giusto condividere quanto riportato sull’Hindustan Times di oggi in merito a diversi premi Nobel che, nel corso di un secolo, sono stati conferiti a indiani o a persone a lungo attive nel paese:
1913 Premio Nobel per la letteratura a Rabindranath Tagore.
1930 Premio Nobel per la fisica a CV Ram.
1968 Premio Nobel per la medicina a Har Gobind Khorana.
1979 Premio Nobel per la Pace a Madre Teresa di Calcutta (albanese di nascita, ha ottenuto la cittadinanza indiana nel 1951). Il suo lavoro colpì profondamente il pontefice Paolo VI nel corso del suo viaggio in India, nei primi anni Settanta. Di ritorno a Roma, il pontefice si attivò per veicolare consistenti aiuti finanziari per i lebbrosari, i centri per morenti e le altre attività di Madre Teresa.
1983 Premio Nobel per la fisica a S Chandrasekhar.
1989 Premio Nobel per la pace al quattordicesimo Dalai Lama Tenzin Gyatso cui l’India ha concesso, nel 1959, asilo politico. Da allora il Dalai Lama vive a Dharamsala, nello stato indiano dell’Himachal Pradesh dove ha anche sede il Parlamento Tibetano in esilio.
1998 Premio Nobel per l’economia ad uno degli intellettuali indiani contemporanei maggiormente conosciuti nel mondo: Amartya Sen.
2009 Premio Nobel per la chimica a Venkatraman Ramakrishnan.
2014 Premio Nobel per la pace a Kailash Satyarthi.
Lo studioso anglo-singalese, naturalizzato americano, Anand Coomaraswamy qualifica, in uno dei suoi libri, la razza indiana come “la più colta ed educata del mondo”.
Coomaraswamy è morto nello stesso anno in cui l’India si è guadagnata l’indipendenza: il 1947.
Non è con noi oggi per stigmatizzare il fatto che il paese abbia un tasso di alfabetizzazione ancora drammaticamente basso (66%, contro, ad esempio, il 73% della Tanzania ed il 72% della Nigeria qui la Mappa internazionale del fenomeno, considerato stato per stato). Tuttavia, quanto andava dicendo credo abbia una buona valenza al riguardo dell’élite colta indiana che ha dato effettivamente prova, nel tempo, di essere una delle più raffinate del mondo. Spero abbia modo di contribuire in maniera crescente a rendere concreta “La Speranza Indiana” che ha dato il titolo ad un importante libro di Federico Rampini.
Una speranza che ogni giorno sembra essere più palpabile, pur tra infinite, macroscopiche contraddizioni.
Intanto oggi il fronte indo-pakistano è meno caldo del solito, il lavoro congiunto per la nobilitazione dei due paesi verrà probabilmente intensificato, a seguito della dichiarazione di Satyarthi: conosco personalmente Malala e la inviterò a lavorare con me!
Manuel Olivares (www.viverealtrimenti.com)