Il 26 Maggio 2011 Ferrari ha effettuato il debutto commerciale in India, aprendo la prima concessionaria a Nuova Delhi. L’iniziativa della prestigiosa casa automobilistica italiana è stata preceduta da un tour del paese asiatico su veicoli Ferrari, per testare l’adeguatezza delle strade indiane e il livello di apprezzamento del marchio da parte del pubblico. Il feedback è stato buono e si è dunque deciso per l’apertura nel 2011. Ferrari stima di vendere circa 100 veicoli nei prossimi tre anni, e ha individuato 100.000 individui ad alto reddito come potenziali clienti. La strategia di Ferrari conferma l’outlook positivo sul futuro andamento dell’economia indiana e sulle possibilità di sviluppo del mercato del lusso nel sub-continente asiatico.
La fiducia nella crescita economica si fonda su stime compiute da istituzioni sovranazionali, come il Fondo Monetario Internazionale e l’OECD. Il FMI prevede che il tasso di crescita dell’economia indiana raggiunga l’8% nel 2011. Il Segretario Generale dell’OECD, Angel Gurria, ha affermato che lo sviluppo economico indiano sarà tale da compensare il rallentamento subito da alcuni paesi sviluppati e rialzare il tasso di crescita medio mondiale. L’India potrebbe trovarsi, quindi, nel ruolo di guida dell’economia globale. In particolare si stima che il PIL indiano nel 2011 si collocherà al decimo posto su scala mondiale, davanti ai 27 paesi dell’OECD.
Le prospettive favorevoli sono confermate anche da recenti dati di fonte governativa: il flusso di investimenti diretti nel Maggio 2011 è più che duplicato rispetto all’anno precedente, attestandosi a $ 4,66 milioni contro i $ 2,21 milioni del Maggio 2010. Nel complesso il 2011 potrebbe vedere affluire un totale di $ 46 milioni di FDI, di cui una parte riguardante operazioni di M&A che devono ancora ricevere approvazione.
Il flusso di investimenti, è sostenuto sia dalle previsioni, sia da provvedimenti presi dal governo per rendere più accessibile il mercato agli investitori esteri. Oltre alla crescita economica e alle politiche “investor-friendly”, il continente indiano vanta una vasta gamma di opportunità di investimento che spazia dal settore agricolo ed energetico al settore terziario, che conta per il 50% dell’intero sistema economico e si basa su conoscenze tecnologiche e informatiche avanzate. Nel 2010 l’India è stata la seconda destinazione al mondo per flusso di investimenti esteri ed il settore più attrattivo è stato proprio quello dei servizi finanziari e non. In particolare, il settore finanziario del paese merita un accenno per la solidità che caratterizza gli istituti finanziari. Le banche – numerose, circa 80 – presentano bilanci e strutture finanziarie stabili e trasparenti, e non stupisce che abbiano resistito alla crisi globale del 2008 senza grandi affanni.
Per il 2011 e gli anni futuri, tra i settori in rapida ascesa vi è quello dei beni di lusso. Sebbene l’80% della popolazione viva al limite della soglia di povertà, la restante percentuale rappresenta una fetta di mercato con notevoli capacità di consumo e un interesse crescente verso i prodotti di nicchia. L’India è al secondo posto al mondo per numero di miliardari, superata solo dagli Stati Uniti. Attualmente, il giro di affari del mercato del lusso è di $ 3,5 miliardi, ma si prevede arrivi a 30 miliardi in cinque anni. Tra i prodotti per i quali l’attenzione è particolarmente alta, vi sono le autovetture di lusso e i jet privati. In entrambi i campi, le aziende più note si stanno attivando per assicurarsi posizioni competitive. Oltre a Ferrari, anche Aston Martin, Bugatti e Maserati hanno deciso di investire nella potenza asiatica. Aston Martin, per esempio, intende aprire sette concessionarie entro il 2015. Mentre sul fronte dei velivoli, Bombardier, Embraer, Gulfstream e Cessna, sono i maggiori gruppi in procinto di contendersi il mercato indiano.
Atri fattori a favore del continente indiano sono l’alto tasso di risparmio (37% del PIL) che consente di coprire la maggior parte degli investimenti, un settore privato dominante e intraprendente, e una popolazione molto giovane – l’età media è di 25 anni – dedita al lavoro e con un livello di istruzione e capacità molto elevato, soprattutto per quanto riguarda le materie scientifiche.
Ai numerosi punti di forza, fanno da contraltare alcune fragilità: il gravoso complesso burocratico, la non efficienza delle infrastrutture e un sistema politico che non assicura equilibrio e stabilità. Cionostante, l’India è una meta che qualsiasi investitore accorto dovrebbe tenere in attenta considerazione. Il paese ha infatti dimostrato come si possa entrare a far parte delle nuove potenze mondiali, seguendo strade diverse dall’esportazione di prodotti a basso costo, ma puntando piuttosto su qualità e competenza.
Lorenzo Riccardi – Dottore commercialista, Shanghai
lr@rsa-tax.com – RsA Asia