Investimenti esteri in Cina: in vigore la procedura telematica di costituzione societaria

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di Lorenzo Riccardi e Tommaso Siniscalchi

Dal 1 ottobre 2016 sono entrati in vigore importanti emendamenti alle leggi che regolano gli investimenti esteri in Cina.

Le leggi oggetto della riforma sono la legge sulle società di diritto cinese a capitale interamente straniero (Wholly Foreign-Owned Enterprises) e le leggi sulle società a capitale misto, ossia la legge sulla Sino-Foreign Equity Joint Venture e quella sulla Sino-Foreign Contractual Joint Venture.

L’obiettivo della riforma è quello di semplificare il processo di costituzione delle società, attraverso una riduzione delle tempistiche e delle procedure burocratiche.

Prima della riforma, la società doveva ottenere il Certificato di Approvazione da parte del Ministero del Commercio e, una volta ottenuta, effettuare la registrazione presso l’Amministrazione per l’industria e il Commercio ed ottenere così la licenza commerciale.

Analogo procedimento era richiesto in caso di successiva modifica dei dati societari.

Tale procedura aveva carattere di complessità sia perché richiedeva documentazione non sempre di facile reperimento, sia perché dal momento della richiesta alla registrazione potevano trascorrere diversi mesi.

Dal 1 ottobre invece l’approvazione preventiva del Ministero non è più prevista ed è sufficiente una richiesta di archiviazione da effettuarsi per via telematica, così come avviene per le imprese locali.

L’istanza necessita della preventiva approvazione solo della ragione sociale e la documentazione da produrre è inferiore rispetto al passato.

I tempi della procedura, inoltre, si accorciano sensibilmente; una volta effettuato il deposito online della documentazione, il Ministero deve provvedere entro pochi giorni, rilasciando una ricevuta di archiviazione.

Lo stesso procedimento si applica anche in caso di modifica dei dati societari, anche per le società costituite precedentemente alla riforma.

Tali misure hanno l’evidente scopo di incentivare ed attrarre gli investimenti esteri e rappresenta un importante passo verso una maggiore equiparazione della disciplina legislativa delle imprese domestiche e delle imprese straniere.

Da ultimo è bene sottolineare che queste recenti procedure semplificate si applicano solo alle società che non operano nei settori facenti parte della c.d. “Lista Negativa” che dovrà essere approvata dal Consiglio di Stato e che si ispirerà a quella già in vigore per le Free Trade Zones (Shanghai, Tianjin, Guangdong e Fujian).

Per i settori che rientrano nella Lista Negativa continueranno a trovare applicazione le procedure antecedenti alla riforma.

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