La Cina in Antartide

Luca Zanni, autore e coautore a vario titolo di quasi una decina di libri su temi assai diversi, due dei quali tradotti anche in russo: la storia diplomatica della Lituania, il pensiero economico di Nikita Ghiliarov-Platonov, la geopolitica dei Fondi Sovrani e il ruolo della Cina nel XXI secolo.

C.A.: A cosa e’ legato l’interesse per l’Antartide?

L.Z.: da alcuni anni ormai ho cercato di crearmi una competenza di nicchia in materia di geopolitica e diritto dell’Antartide – avendo una laurea in giurisprudenza il taglio è inevitabilmente giuridico – e anche grazie a circostanze abbastanza fortuite sono stato più volte in Antartide , compreso alla base americana di Mac Murdo, nel Mare di Ross, una autentica città dedicata alla ricerca scientifica e alla logistica nel settore cosiddetto neozelandese. Piu di recente, in transito a Shanghai, ho pensato di visitare il Centro Polare. Polare e non Artico si badi bene perché in Cina le parole sono importanti.

C.A.: Anche la Cina, ormai da tempo è attivissima nelle zone polari; quale e’ il rapporto con gli altri paesi presenti?

L.Z.: gli Stati Uniti rimangono per così dire la “potenza egemone” in Antartide soprattutto grazie alla superiore capacità logistica e ai finanziamenti milionari. Da sempre collaborano con l’Italia, la Nuova Zelanda e altri stati proprio per gestire il trasporto delle merci e delle persone verso le basi estive (tra cui la nostra Mario Zucchelli) mentre MacMurdo è una delle poche basi anche invernali. L’accoglienza del direttore della base di McMurdo e degli scienziati con cui ho avuto a che fare da semplice quivis de populo comunque testimoniano della qualità e della leadership anche morale del programma antartico statunitense.
La Repubblica Popolare Cinese sta dimostrando negli ultimi anni una altrettanto lodevole attitudine verso ricercatori soprattutto dell’area asiatica ma non solo. Ogni anno ormai il rompighiaccio XueLong (drago delle nevi) ospita scienziati thailandesi, taiwanesi e da altre nazioni, anche la Cina da un grande esempio di cooperazione da questo punto di vista.

C.A.: La Cina che ha aperto lo scorso anno i lavori per la sua quinta base antartica, e proprio nel Mare di Ross. Come va valutato il nuovo interesse di Pechino verso l’Antartide?

L.Z.: Mentre molti paesi tra i più disparati mantengono basi estive soprattutto nella cosiddetta “penisola antartica”, ed il loro ruolo è soprattutto dimostrativo, di “show-of-the-flag”, la logistica del Mare di Ross è più complessa. Solo Stati Uniti, Nuova Zelanda, Italia e Corea del Sud (più una piccola stazione tedesca) ad oggi avevano una presenza laggiù. Con l’apertura della nuova base cinese la ricerca e le facilitazioni logistiche aereo-navali nell’area faranno un salto quantico.

C.A.: La Cina puo essere considerata come futura potenza egemone in Antartide?

L.Z.: Questo non saprei dirlo, mi piace però pensare ad una massima del presidente Mao, “Zuo Er Bu Shuo” (Fare però non dire). Pechino non sarà seconda a nessuno nemmeno nei ghiacci, solo non lo dirà probabilmente.