La Thailandia grazie a riforme economiche che hanno favorito un crescente livello di ricchezza, si inserisce tra le economie emergenti con le più promettenti possibilità di sviluppo nel medio e lungo termine. Questo giustifica il sempre maggiore flusso di investimenti italiani nel Paese, che rappresenta una delle più interessanti occasioni di business per le aziende italiane interessate ai mercati internazionali.
Per un paese emergente e in forte crescita economica come la Thailandia, cercare di attrarre capitale estero e quindi investimenti che possano dare una spinta all’economia del paese è di fondamentale importanza, altrimenti la sola imprenditoria locale non permetterebbe di colmare, in un tempo ragionevole, il gap con i paesi più sviluppati.
Al fine di migliorare la competitività del proprio paese prima dell’implementazione dei piani di sviluppo dell’ASEAN Economic Community, che hanno come obiettivo l’integrazione economica regionale entro il 2015, la Thailandia ha varato una riforma fiscale con una significativa riduzione delle aliquote d’imposta sui redditi d’impresa.
L’aliquota d’imposta sui redditi delle società in Thailandia prevede un piano di riduzione come segue:
– Dal 30% al 23% dal 1 gennaio 2012
– Dal 23% al 20% a partire dal 1 gennaio 2013
Le piccole e medie imprese thailandesi possono ancora beneficiare del precedente privilegio fiscale, con aliquota ridotta al 15% su redditi inferiori ad un milione di THB e tutte le persone giuridiche sono soggette ad un’imposta del 23% sui redditi d’impresa (a partire dal 2012) e, a partire dal 2013, tale aliquota verrà ridotta al 20%.
Questa sostanziale variazione, all’interno di un più ampio spettro di politiche di sgravi fiscali, ha il ruolo di incentivare gli investimenti esteri in Thailandia, concedendo agevolazioni sui tributi in un paese che e’ all’interno della white-list OCSE e non e’ incluso nella black list dell’ordinamento italiano. La Thailandia quindi potrà beneficiare sia di investimenti diretti nel Paese, sia di un’eventuale posizione di location utile alla costituzione di holding asiatiche in modo analogo al ruolo che oggi ha Singapore nell’intera area del Sud Est Asiatico. In tal modo il flusso di capitali, manager, tecnologia e know-how aiuterà a sostenere la crescita di una zona geografica in costante espansione, permettendo alla Thailandia di avere un ruolo di leader all’interno della Regione Mekong e Indocinese.
Sebbene le autorita’ locali prediligano investimenti sotto forma di Joint Venture, poiché permettono di incrementare lo sviluppo del Paese grazie allintroduzione della tecnologia e delle conoscenze estere (di paesi più sviluppati economicamente), anche la realizzazione di investimenti esteri diretti viene incoraggiata dal governo thailandese.
Questa politica di attrazione del capitale estero sta permettendo alla Thailandia di raggiungere una posizione di rilievo su scala globale e lo dimostra anche un’analisi delle liste stilate da FMI e Banca Mondiale, che vedono Bangkok al 24° nel ranking globale in termini di PIL rapportato al potere di acquisto.
La variabile fiscale e le recenti manovre del governo Thailandese giocheranno quindi un ruolo importante nell’attrazione di nuovi flussi di capitali esteri nella regione dell’Asia Orientale
Lorenzo Riccardi – Dottore commercialista, Shanghai
lr@rsa-tax.com – RsA Asia