Il neo-Primo Ministro della Repubblica Popolare Cinese, Li Keqiang, nel suo primo discorso in tale veste durante la sessione annuale del Parlamento a Pechino, ha annunciato una “guerra all’inquinamento”. Nelle maggiori città cinesi, infatti, lo smog è a livelli talmente elevati da risultare quasi tangibile, portando in casi estremi alla chiusura di scuole, edifici pubblici e strade.
Tracciando gli obiettivi per il futuro, il Premier parla di una società più equa, in cui il bene del popolo è posto al di sopra degli interessi economici del governo. Pechino sembra procedere con uno sviluppo inefficiente con danni all’ambiente e implicazioni dirette per le persone che risiedono nel paese.
Il nuovo governo prevede di agire sul mercato dei “permessi di inquinamento”, la cui efficacia è stata più volte chiamata in causa. Tale meccanismo è stato istituito con la funzione di limitare le emissioni di sostanze inquinanti, obbligando le imprese che superano certi limiti ad acquistare i permessi sul mercato ed incentivandole, di conseguenza, ad investire in tecnologie più “pulite”.
Il funzionamento di questo sistema prevede che una provincia debba fissare un importo massimo di sostanze inquinanti che la zona può assorbire in un determinato periodo di tempo e, successivamente, tradurre tale importo in diritti di inquinamento da rendere disponibili alle imprese.
Tuttavia, questa misura non ha fino ad ora ottenuto gli effetti desiderati a causa della debole implementazione dovuta all’assenza di norme giuridicamente vincolanti che obblighino le imprese ad utilizzare tali permessi e all’assenza di un meccanismo equo di determinazione dei prezzi.
Dal 2007, la Cina ha istituito più di 20 piattaforme di commercio dei permessi di inquinamento. Ora la nuova linea politica mira a lanciare entro 3 anni un mercato nazionale per il commercio di tali diritti.
Il Premier ha, inoltre, promesso di introdurre sanzioni severe per gli operatori più inquinanti, tra cui centrali a carbone, industrie pesanti e veicoli ad alta emissione, nonché per i funzionari che fino ad ora non hanno punito propriamente le violazioni.
Sono alte le aspettative in capo al nuovo Primo Ministro. Tuttavia sarà difficile conciliare gli obiettivi di crescita economica con la lotta all’inquinamento. Pechino si trova ora di fronte alla sfida di un giusto equilibrio tra sviluppo economico e tutela dell’ambiente.
Lorenzo Riccardi – Dottore commercialista, Shanghai
lr@rsa-tax.com – RsA Asia