SHANGHAI: L’Expo 2010 è ormai alla porte e verrà a rappresentare un’ulteriore tappa per la strutturazione da parte della Cina contemporanea del proprio ruolo sulla scacchiera internazionale – Ne abbiamo parlato con un esperto, il Prof. Berkofsky dell’Università di Pavia e ricercatore dell’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale di Milano e del centro di Studi avanzati sulla Cina comtemporanea di Torino alla luce di un progetto formativo che l’associazione Asian Studies Group sta promuovendo alla vigilia dell’Expo di Shanghai.
L’evento intitolato China Mito già sviluppato dall’associazione nella sua sede milanese prima dell’estate e presso serate a tema d’ aziende partners operanti in comunicazione professionale con l’asia orientale, nasce come percorso fotografico presentato da Giulio Chini alla sua prima milanese e valorizzato da ASG in un’ottica ancor più specialistica in una cornice formativa che accompagnerà l’evento a tappe, introducendo il contributo di personalità accademiche, di tecnici e operatori nell’ambito del legal e della negoziazione commerciale sul mercato cinese.
Paolo Cacciato: Prof. Berkofsky, il percorso fotografico “China Mito” introduce il tema della crescita cinese focalizzando l’attenzione sul sociale. La rassegna affronta il tema nella cornice post olimpica e pre expo 2010 – Quali cambiamenti ritiene siano avvenuti a livello istituzionale in questo 2008 – 2010?
Axel Berkofsky: Siceramente non credo vi siano state particolari evoluzioni. Certamente bisogna affermare che l’avvento dei Giochi Olimpici non ha contribuito in alcun modo alla modifica del sistema politico e amministrativo cinese: fattualmente la Cina era “non democratica” nel 2008 come lo è ancora oggi nel 2009. Per di più le Olimpiadi non hanno contribuito all’emancipazione del sistema dell’informazione cinese né per quello ad opera di operatori stranieri accorsi per l’evento. Anzi durante il periodo che ha preceduto e intercorso lo svolgersi dei Giochi, Pechino ha ancor di più intensificato il controllo sul mondo dei media e dell’informazione via internet, soprattutto in occasione di temi sensibili. Ciò non significa che il mondo intellettuale, accademico così come quello giornalistico cinese non muova considerazioni critiche verso il governo su temi inerente al sociale ma il rischio di ricevere pesanti sanzioni e di finire in prigione per la pubblicazione di considerazioni “scomode” è ancora molto alto. Non solo, durante le Olimpiadi e in occasione delle recenti celebrazioni per il 60esimo anniversario dalla nascita della Repubblica Popolare, il governo ha mantenuto lo stato di fermo su molti detenuti per evitare disturbi sulla celebrazione.
Paolo Cacciato: Quale allora il significato di un processo di “mitizzazione” non solo economica ma anche rappresentativa della Cina a partire dalle Olimpiadi?
Axel Berkofsky: In definitiva i Giochi Olimpici del 2008 sono serviti per prima cosa a sottolineare e “cementificare” il ruolo primigenio di controllo e forza del potere centrale del governo di Pechino. Per quanto concerne un eventuale processo di cambiamento delle dinamiche istituzionali nell’amministrazione pubblica, nulla fa pensare ad una svolta in ottica di maggior democratizzazione e liberalizzazione. Al contrario c’è da confermare che il Partito ha in ogni modo abolito qualsiasi tentativo di timida semi – democratizzazione avanzata in dimensione sperimentale a livello rurale (come nel caso di alcune mini elezioni per l’amministrazione locale).
P.C.: Lei ritiene che ci troviamo realmente di fronte ad un mito? e se sì, possiamo parlare di mito in termini strutturali e concreti oppure sarebbe corretto parlare di mitologia in una dimensione meno concreta e fattuale?
A.B.: Per alcuni motivi sicuramente siamo di fronte a un mito reale in termini di sviluppo e tempi di crescita, per altri invece reputo sia necessario ridimensionare tale opinione. Da una parte infatti possiamo affermare che il processo di sviluppo e di crescita impressionante a livello economico sta strutturalmente coinvolgendo una larghissima fetta della società cinese in termini di diretta partecipazione al miracolo cinese stesso. Ma dall’altra dobbiamo considerare che oltre 700 milioni di persone vivono ancora in condizione di semi povertà , estraniate completamente da una dimensione partecipativa e di coscienza concreta del neo benessere cinese. E’ un problema forte che nell’insufficienza del sistema sanitario e pensionistisco si scontra con una consistenza reale di crescita tale da aver consentito recentemente alla Cina di superare la Germania al terzo posto come più larga economia al mondo.
P.C.: Asian Studies Group, associazione che coordina l’evento ha in programma una tavola rotonda per focalizzare il tema della crescita cinese. Di cosa tratterà specificatamente il suo contributo?
A.B.: Analizzerò il tema della crescita economica cinese in termini strutturali e sociali con un intervento dal titolo “Il boom e la crescita economica in Cina – Ricchezza e prosperità per chi? ” Partirò specificando i cambiamenti avvenuti nel panorama economico, commerciale e finanziario cinese negli ultimi dieci anni per poi passare a considerare gli step di immediata attuazione da parte del Governo. La seconda parte del mio percorso affronterà poi tematiche aperte sulla questione economica, dal gap sociale al tema della migrazione di lavoratori etc. Vi saranno poi altri interventi riguardanti il mondo del business e della mediazione linguistica e culturale.
Per info circa il progetto “China Mito” presentato da Asian Studies Group sotto l’alto patrocinio della Regione Lombardia www.asianstudiesgroup.net e info@asianstudiesgroup.net