Livia Papacchini ha studiato lingue orientali (laurea triennale e magistrale) a La Sapienza. Specializzata sul Made in Italy and Luxury Goods industry all’Accademia del Lusso oggi ricopre la posizione di business development e admission officer per mercato cinese in Accademia del Lusso sede di Shanghai.
CA: Tutti parlano di via di fuga dall’Italia come una prospettiva facile e nello stesso tempo gratificante. Nel tuo caso quali riflessioni hai da condividere sulla tua esperienza manageriale in Cina?
LP: Sicuramente ora e’piu’facile all’estero che in Italia riuscire a raggiungere delle posizioni gratificanti dal punto di vista professionale in quanto c’e’ piu’lavoro da portare avanti e gestire rispetto a quanto potrebbe accadere nel nostro paese.Quindi si viene caricati direi di tanti compiti, di tante responsabilita’, e anche aspettative.Non direi che il lavoro sia di “facile”esecuzione,ma si’, e’piu’facile trovare in Cina (e altri paesi dell’Asia) un lavoro appagante e interessante se si ha voglia di fare, se si e’temerari,coraggiosi e si ha voglia di crescere.
Io che ad esempio sono arrivata a Shanghai per aprire l’ufficio di rappresentanza della scuola di moda e design Accademia del Lusso, e, da sola,da zero, ho dovuto cominciare a sviluppare un nuovo mercato per questo istituto, posso dire di essere sicuramente molto soddisfatta del lavoro che ho fatto fino ad ora, e molto contenta che questa scuola mi abbia dato cosi’ tanta fiducia e responsabilita’.Ma allo stesso tempo vorrei dire che sicuramente ci sono tanti sacrifici che devono essere fatti, orari di lavoro interminabili, problemi cui doversi interfacciare ogni giorno, continue business trip che spesso portano via anche i week-end, eccetera , eccetera.Perche’e’facile (e comunque non piu’come una volta) trovare un lavoro gratificante in Cina, ma per mantenerlo bisogna poi saperlo dimostrare costantemente.
Stando all’estero in maniera di generale fa crescere moltissimo, sia a livello professionale che personale, e’un’esperienza di vita che rende piu’forti e sicuri di se stessi.
Io quello che ho imparato attraverso questa esperienza, oltre che competenze tecniche, e’il saper gestire situazioni di stress, subitanei cambiamenti di piani, continui imprevisti, mantenendo la calma.
CA: E’ un plusvalore quello di operare per conto di un’impresa italiana che avvicini il nome Lusso al tuo ruolo di responsabile per il mercato cinese? E’ consolidato come per altri mercati asiatici il binomio Italia = Fashion?
LP: Si’, anche in Cina all’Italia si associa l’immagine della moda, oltre che della Ferrari, della pizza/pasta e del calcio.Quindi dire di lavorare per una scuola di moda e design Italiana, che porta anche il nome “lusso” fa sempre un certo effetto ai cinesi, e si ha un buon soggetto di conversazione.E vengo presa il 90% per designer,o come super esperta del mercato del lusso!quindi si’, e’un plusvalore!
CA: Quanto è importante la formazione linguistica – culturale nel tuo lavoro?
LP: Per me la conoscenza della lingua cinese e’di fondamentale importanza, non potrei fare quello che faccio senza parlare il mandarino.
CA: Qualche nostalgia dell’Italia e se sì anche a livello professionale? Cosa ti piacerebbe cambiare se potessi della tua configurazione lavorativa
LP: Non particolare nostalgia, riuscendo a tornare per due volte all’anno mi e’basta per ritrovare amici, familiari che sicuramente fa piacere rivedere ogni tanto, e respirare un po’di aria pulita.Mi piacerebbe forse specilaizzarmi in qualcosa di piu’specifico, piuttosto che portare avanti tante cose, ma nelle start up e’così
CA: progetti futuri?
LP: continuare a migliorarmi ed apprendere sempre di piu’e attraverso l’esperienza lavorativa e attraverso lo studio per qualche altro anno, e poi magari mettere su famiglia! troppo scontata?!