Marco Wong: Cina, passi indietro nella politica di pianificazione familiare

Marco Wong

MILANO Marco Wong,laureato in Ingegneria al Politecnico di Milano.Attualmente Vice Presidente della filiale italiana di Huawei, è stato Managing Director di una azienda di TIM in Cina. Si interessa di immigrazione, è coordinatore regionale di Associna, consulente dell’Associazione dei Cinesi di Qingtian a Roma.

Mia moglie mi ha preannunciato che probabilmente una amica verrà a farci visita dalla Cina e che starà in Europa per un certo periodo di tempo. Il motivo di tale visita è considerato un lieto evento in queste parti del mondo ma è vissuto in modo un po’ più problematico in Cina, in altre parole è incinta del secondo figlio.

La sua famiglia è una di quelle che non hanno beneficiato più di tanto dalla crescita economica cinese degli ultimi anni, il marito è un dipendente statale, e lei pure lavorava in una azienda municipale che è poi fallita, ma in questi anni hanno potuto comunque contare sulle rimesse di parenti emigrati all’estero che hanno permesso loro, se non di navigare nell’oro, per lo meno di poter crescere il proprio figlio adeguatamente e poterlo mandare all’università.

Tra amici e conoscenti diverse persone hanno avuto il secondo figlio, e se la sono cavata con delle semplici multe che non sono più inarrivabili, e quindi la decisione di emigrare solo per avere il secondo figlio mi è suonata strana.

Ma come mai questo irrigidimento della politica sulla pianificazione delle nascite, dopo un periodo di rilassamento che aveva fatto pensare ad un cambio su una delle politiche peggio digerite dalla popolazione cinese? Per esempio anche nella stampa ufficiale cinese comparivano regolarmente gli allarmi dei demografi, preoccupati dalle conseguenze che la politica di pianificazione familiare causerà sul sistema pensionistico in un futuro che si sta rapidamente avvicinando, e questo avrebbe fatto pensare ad una sua possibile revisione nel medio termine.

Il fatto è che nelle regioni di costiere a crescita più rapida la crescita delle nascite aveva cominciato a prendere una certa rilevanza statistica, e questo ha attirato l’attenzione del governo centrale che ha introdotto delle drastiche misure di controllo.

E così, se il mio amico di Shanghai e quello del Sichuan hanno avuto il loro secondo figlio senza grossi problemi, questa amica della regione appena confinante trova più facile emigrare pur di avere il secondo figlio. Questa è una ulteriore riprova che, quando si parla di Cina, non si parla di una nazione omogenea con una realtà facilmente interpretabile, ma si parla di un paese grande, con enormi differenze tra una zona geografica e l’altra ed in forte cambiamento, e quello che è vero oggi può non essere, anzi probabilmente non sarà, vero anche domani.

  • Sito di Marco Wong – http://www.marcowong.it
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