SHANGHAI: Se fino ad oggi di fatto parlare di sicurezza di rete in Cina significava trattare di censura e controllo da parte del Governo, il via alla privatizzazione commerciale da una parte, così come l’avanzare in parallelo del business online dall’altra, stanno rapidamente imponendo sul mercato il ricorso a servizi di sicurezza dei dati, categorizzazione degli accessi, controllo nella gestione di reti in maniera sempre più massiccia. Un mercato che pare interessare in primis al colosso Symantec che proprio in questi giorni ha annunciato l’apertura di nuovi uffici in Cina in ben sei città : a Wuhan, Urumqi, Xi’an, Shenyang, Jinan e Fuzhou, in aggiunta alle sette filiali già presenti nel Paese e fino ad oggi impegnate più in fornitura di storage services e software per aziende.
Che l’Asia orientale rappresenti un terreno di grande appetibilità per il mercato della sicurezza di rete lo dimostra storicamente l’interesse di Symantec per il Giappone, realtà che fino ad oggi ha rappresentato per l’azienda il primo mercato nell’intera regione. Se il Giappone infatti tradizionalmente è famoso per formazione, ricerca e sviluppo in termini di IT e correlati, la presenza di ingegneri dalla Cina, in fase di specializzazione, ricerca o dottorato presso famose università giapponesi o in internship su medie e grandi imprese di settore giapponesi, testimonia il ruolo di precursore sotto il profilo formativo ed esperienziale svolto dal Giappone nei confronti della classe di tecnici cinesi. Dall’altra evidenza inoltre le potenzialità altissime che il mercato cinese offrirà in meno di un biennio, stando agli esperti, per quanto concerne servizi di gestione della security sulla mole di informazioni trasmesse.
Un volume di affari che dovrebbe superare quello di USA e Europa anche se valutati assieme.
Un percorso di emancipazione tecnica che indubbiamente interessa anche a Pechino, da tempo impegnata nella lotta alla "free net" e continuamente coinvolta nella standardizzazione degli accessi consentiti così come alla tutela massima di informazioni interne. Secondo gli esperti cinesi, se il Giappone ha rappresentato un mercato di grande appetibilità per numero di utenti e imprese interessate al tema della security massicciamente e contemporaneamente coinvolte nel settore, fornendo al mercato uno zoccolo duro di grande importanza, è davvero in Cina che si avrà modo però di sperimentare il livello di perfezionamento tecnico più alto, o meglio, dove verrà richiesta l’applicazione più accanita e rapida dei servizi per la gestione controllata e sicurezza di reti e dati.
La concorrenza europea, rappresentata dall’azienda Kaspersky ha annunciato recentemente il lancio di una piattaforma gratuita per il controllo della sicurezza di rete, così come già da tempo sviluppato da Kingsoft su China. La strategy di Symantec sembra per il mercato cinese quella di continuare a mantenere un profilo alto di rappresentanza e di introduzione, sicuri dell’importanza che guanxi referenziali e di immagine (anche soppesate dal costo dei servizi) possono giocare in Cina rispetto ad una politica di free and open mossa dalle concorrenti.
Una via d’accesso? Sicuramente aziende europee già relazionate all’area Japan o più recentemente anche a quella delle chaebol coreane avranno modo di presentarsi più facilmente sul mercato cinese, introducendo un biglietto da visita che suoni famigliare e ritagliarsi così una fascia di margine operativo. E’ importante tenere a mente difatti che in Asia si sta verificando un fenomeno interessate in merito alle relazioni multilaterali: laddove ASEAN o comunicazione geopolitica ha rallentato il costituirsi di una dimensione di mutuo scambio commerciale, la rapidità delle relazioni imposte dalla corsa cinese agli altri protagonisti sullo scenario east asia ha fatto sì che siano proprio le dinamiche di introduzione, negoziazione, e internazionalizzazione fra corporates a creare il tavolo dei players.
Da Shanghai