Nuovi IPO e crescita del lusso in Asia, il bilancio ad un anno dalla quotazione di Prada ad Hong Kong

L’interesse asiatico per i brand del lusso italiani ha visto la Cina affiancare il Giappone come principale mercato dei prodotti d’alta gamma. Una presenza sempre maggiore delle griffe Italiane nelle boutique di Hong Kong e Shanghai ha portato il gruppo Prada a quotarsi alla borsa di Hong Kong, spingendo ulteriormente l’attrazione dei marchi esteri verso l’Oriente.

L’offerta della societa` italiana ha raccolto 2,14 miliardi di USD, posizionandosi tra le prime cinque IPO al mondo nel 2011, e ricevendo un premium nella valutazione rispetto agli altri competitor nel mercato del lusso. Patrizio Bertelli, CEO di Prada, ha definito l’evento come uno dei piu’ importanti nella storia del brand. Momento storico anche per la borsa locale; la quotazione del marchio ha rappresentato, infatti, il primo ingresso di un gruppo italiano allo Stock Exchange di Hong Kong.

L’obiettivo principale dell’operazione era di raccogliere circa 2,6 miliardi di dollari al fine di coprire passivita’ di bilancio e finanziare l’espansione del marchio. La casa milanese ha pianificato, infatti, un’espansione sui mercati globali, mediante l’apertura di 80 nuove boutiques nel 2012, di cui 12 in Cina e 25 nel resto del mercato asiatico.

Il mercato cinese ha una rilevanza strategica per il gruppo; costituisce quasi il 42% del volume di fatturato mondiale (pari a due miliardi di euro nel 2010) ed e’ caratterizzato da margini di crescita record (51%).

Il titolo Prada S.p.A. (1913:HK) è stato lanciato il 23 giugno 2011 sulla borsa di Hong Kong, con un’offerta di 423,3 milioni di pezzi, pari al 16,5% della società. La forchetta di prezzo inizialmente stanziata tra 36.5 HKD e 48 HKD, è stata ristretta visto che la meta` dei 42,3 milioni di azioni dedicate agli investitori individuali rischiavano di rimanere invendute. Il prezzo di offerta e` stato fissato al minimo del nuovo range, con un valore di 39,5 HKD per azione, e una valutazione complessiva di 9 miliardi di euro (pari a 23 volte gli utili d’esercizio).  La compagine socetaria ha visto mutare le quote, con la famiglia Prada scesa dal precedente 95% all’attuale 82,5%, e la quasi uscita della banca italiana, ora proprietaria del solo 1%, rispetto al 5% pre-IPO.  

Nel primo giorno di contrattazioni sul listino asiatico, le azioni della societa’ hanno guadagnato l’1,2% solo nella prima ora, ma alla fine degli scambi giornalieri il suo prezzo risultava 39.55 HKD, solo 5 centesimi sopra il prezzo di offerta. Non un grandissimo risultato in termini quantitativi, ma ci si poteva aspettare un inizio in declino data la particolare situazione dei mercati internazionali e, soprattutto, la titubanza degli investitori dell’HKSE riguardo il pagamento delle imposte italiane. Questi ultimi, infatti, acquistando le azioni di Prada o di qualunque altra societa’ italiana, valutavano un’imposta pari al 27% sui dividendi, e al 12,5% sul capital gain derivante da una vendita futura delle azioni. Il titolo della casa milanese non e` riuscito, inoltre, a sfruttare l’andamento in rialzo dello Hang Seng Index (HSI), che registrava un crescita del 1,7%.

Il management societario ha valutato positivamente la performance iniziale, attribuendola alla correttezza del prezzo di collocamento, mentre sono state contrastanti le opinioni generali, considerando una performance cosi’ contenuta come un debutto a rilento. Va detto che la quota maggioritaria di azioni sul mercato proviene dalla famiglia Prada (62%) e l’opinione comune tra i
 broker e’ una valutazione prudenziale degli IPO che vedano soggetti interni al gruppo vendere il maggior numero di quote; solo il 14% dei 2 miliardi di USD sul piatto e’ infatti rappresentato da nuove azioni, raccogliendo solo 280 USD milioni da investire sul totale dei volumi.

Il trend del titolo, nel primo anno di scambi, ha seguito l’andamento del mercato azionario locale, con periodi molto accesi ed altri piatti e declinanti. Dopo un inizio in sordina, l’azione Prada ha cominciato a guadagnare raggiungendo il suo picco nel luglio 2011, con un prezzo intorno ai 50 HKD, per poi scendere nuovamente con un minimo registrato nel mese di Ottobre, a 28 HKD per azione. Rimanendo fedele allo stesso trend, nell’attuale mese di Luglio 2012, il titolo e` ritornato a quota 50-51 HKD, confermando le aspettative degli analisti, i quali, avendo stabilito un prezzo obiettivo intorno ai 53 HKD, hanno assegnato un rating di 3 stelle alla societa’, equivalente all’indicazione di mantenere l’attuale posizione sul titolo.

Analisti ed esperti del settore provano a delineare una corretta previsione del futuro “luxury market” cinese, con gli specialisti dei mercati finanziari piu’ scettici di fronte alle proiezioni di crescita e sul fronte opposto gli esperti del mercato del lusso che stimano margini in rialzo per i prossimi 10 anni. 

 

Lorenzo Riccardi – Dottore commercialista, Shanghai
lr@rsa-tax.com – RsA Asia

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