Piaggio e Perfetti Van Melle puntano sul Vietnam: sempre maggiore il numero degli investimenti italiani ad Hanoi e Ho Chi Minh City

Il Vietnam, grazie a riforme economiche che hanno favorito un crescente livello di ricchezza, si inserisce tra le economie emergenti con le più promettenti possibilità di sviluppo nel medio e lungo termine. Sempre maggiore il flusso degli investimenti italiani nel Paese: Piaggio, Perfetti van Melle, Danieli, Ariston, Carvico, sono solo alcuni dei gruppi presenti. Quello di Piaggio è sicuramente il più rilevante investimento italiano in Vietnam negli ultimi anni. Ad Aprile 2011, la dirigenza ha annunciato l’inaugurazione del nuovo sito industriale, che prevede l’espansione dello stabilimento produttivo già presente da 26.000 metri quadrati a 50.000. Nel nuovo sito, il gruppo di Pontedera installerà anche il primo centro di ricerca e sviluppo per motocicli in Asia. Un altro investimento italiano di rilievo e’ quello di Perfetti van Melle, una delle prime aziende a essersi trasferite in Vietnam, nel 1995. Il gruppo esporta più della metà della produzione “made in Vietnam”.  Anche Piaggio sembra orientata a intraprendere la medesima strategia. Il Vietnam, infatti, è coinvolto in una fitta rete di rapporti e intese commerciali internazionali. I trattati commerciali sviluppati all’interno dell’ASEAN e con altri paesi della Regione come Giappone, Cina, Corea, India e Australia, permettono di proteggere i settori strategici creando piattaforme stabili di produzione, e, al contempo, di sfruttare l’apertura dei mercati partner, attraverso l’ottenimento di concessioni sulle tariffe doganali.
Il sistema economico vietnamita presenta varie opportunità di investimento. La notevole disponibilità di manodopera a basso costo rimane il fattore di maggiore attrazione per gli investitori esteri. La graduale liberalizzazione dell’economia, attuata tramite riforme mirate, e una popolazione giovane (il 54,2% ha meno di 30 anni) con possibilità di spesa in continuo aumento, rappresentano altre caratteristiche apprezzate dagli investitori esteri. E’ importante tenere conto anche della reazione del paese durante la crisi economica globale: lo sviluppo non si è arrestato nel biennio 2008-2009, raggiungendo un tasso di crescita del 6,5% nel 2010.
I punti di debolezza rimangono il partito unico, l’apparato burocratico pachidermico, la corruzione diffusa, e la carenza di infrastrutture moderne.
A livello internazionale il Vietnam rientra tra gli F7, i 7 paesi in via di sviluppo che entro il 2020 conteranno complessivamente come uno dei 10 maggiori consumatori globali. Il report della Banca Mondiale che classifica 183 paesi in base alla facilità con cui è possibile fare business al loro interno, ha visto il Vietnam migliorare la propria posizione dal 2010 al 2011, passando dall’ 88esimo al 78esimo posto. Sud Africa, Messico e Turchia, anch’essi parte del F7, occupano posizioni più alte, ma nessuno di essi è stato interessato da un salto di qualità simile a quello del paese asiatico. Il miglioramento riflette la semplificazione nelle procedure per costituire un business, il taglio dei costi nell’ottenimento di permessi di costruzione e un sistema creditizio più trasparente dal punto di vista informativo.
La liberalizzazione dell’economia portata avanti dal governo ha favorito il flusso di Foreign Direct Investments (FDI), una fonte di ricchezza fondamentale per il paese, stimolata soprattutto dal basso costo del lavoro. Nel 2007 il flusso di FDI ha raggiunto il picco del 9,5% del PIL; nel 2009 la crisi economica ha provocato un brusco calo ma il livello di intensità dei FDI in Vietnam rimane il più alto. Le aziende straniere sono spinte dai dati previsionali di sviluppo economico generati in primis dall’ingresso del paese nell’Organizzazione Mondiale del Commercio nel 2007.
Le prospettive sulla crescita economica futura sono positive: si prevede, infatti, che il tasso di crescita in termini reali raggiunga il 6,8% nel 2011 e il 7% nel 2012.
La popolazione, giovane e in rapido aumento (si stima un incremento da 87 milioni nel 2010 a 94 milioni nel 2020), costituisce una vasta fonte di manodopera e un mercato particolarmente attivo di futuri consumatori. Le statistiche affermano che il reddito annuale pro-capite raggiungerà VND 29 milioni (US$ 1,556) nel 2020, partendo dalla base attuale di VND 15,2 milioni (US$ 819).
Il governo, intanto, continua a portare avanti la strategia di apertura al mercato globale e di attrazione di risorse estere. Nel mese di Gennaio 2011 è stato annunciato un piano di privatizzazione delle grandi aziende statali, tra cui anche la maggiore compagnia aerea nazionale, che apporterà un ulteriore stimolo al progresso del Vietnam.

Lorenzo Riccardi – Dottore commercialista, Shanghai
lr@rsa-tax.com – RsA Asia

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna in alto