Storia dell’Indonesia

L’Indonesia è uno stato del sud-est asiatico, posizionato nel golfo che separa l’Asia medio orientale dall’Australia, una rotta commerciale strategica.  

Geologicamente si è formata nel pleistocene, ma l’attuale conformazione dell’arcipelago risale al disgelo seguito all’ultima era glaciale.

Nei testi indiani l’inizio della storia indonesiana viene addebitato al regno di Jawa Hindu, nelle isole di Giava e Sumatra intorno al 200 a.C. Il regno di Tamura viene fondato sull’isola di Giava occidentale nel 5° secolo d.C. e nello stesso periodo il buddismo si insedia in Indonesia.

Nel periodo che va dall’8° al 14° secolo, le isole di Giava e Sumatra, raggiungono un grado di civilizzazione tale da consentire la fondazione di due grandi imperi e questo viene considerato di grande importanza dagli studiosi di storia dell’Indonesia. 

Sulla costa sud-orientale di Sumatra, verso il 670 d.C., si sviluppa il regno buddista di Srivijaya, che grazie alla sua posizione geografica riusciva a controllare le rotte commerciali dello Stretto del Malacca, ancora oggi una delle vie economiche del mare più importanti al mondo. L’apice del suo splendore coincide con la sua massima espansione fino alla penisola malese.

Nello stesso periodo nella parte centrale dell’isola di Giava, si sta sviluppando il regno di Śailendra, conosciuto per avere fatto erigere il monumento di Borobudur. Il monumento di Borubudur, è il più importante monumento buddista sulla terra concernente la scuola Mahayana. Si trova a 40 chilometri a nord-ovest di Yogyakarta, ed è stato edificato tra il 750 e l’850 d.C.. il nome deriva dal sanscrito “Vihara Buddha Ur”, che letteralmente può essere tradotto come il “il tempio buddista sulla montagna”. Ancora oggi risulta essere una delle più importanti attrazioni dell’Indonesia.

Intorno al 14°secolo, si sviluppa il regno di Majapahit, in quella che è la parte orientale dell’isola di Giava. Gajah Mada è ricordato per essere stato il più importante capo dell’impero nella storia dell’arcipelago. Mantenne il potere tra il 1331 e il 1364, stipulando numerose alleanze con le popolazioni che abitavano sia l’arcipelago malese che quello indonesiano. È stato il primo imperatore ad aver redatto una codificazione delle leggi attuate sull’isola. Viene anche ricordato per un componimento letterario, il Sumpah Palapa.

In Indonesia l’islam arriva verso il 12° secolo, diffuso dai mercanti arabi che durante questo periodo iniziano a percorrere le coste del sud-est asiatico, segnando profondamente la storia religiosa del paese. Ma, se riesce a soppiantare l’induismo verso la fine del 16° secolo a Giava e Sumatra, non ci riesce a Bali, che continuerà a restare a maggioranza induista.

Nell’arcipelago tra il 16°e il 17° secolo iniziano anche a prendere terreno le dottrine religiose cristiane, a seguito dei primi arrivi europei.

Dal 1602, gli olandesi si stabiliscono sull’arcipelago, sfruttando in particolar modo il frazionamento in piccoli regni causato dalla caduta dell’impero Majapahit. Per trecento anni, salvo il periodo della guerra anglo-inglese, gli olandesi regnano su uno dei possessi coloniali più ricchi del mondo. L’eccezione in questo quadro è rappresentata da Timor, che colonizzata dal Portogallo, resta sotto la sua legislazione fino al 1975, anno in cui viene occupata dall’Indonesia, che la rinomina Timor est.

Durante il primo decennio del XX secolo, si forma velocemente un movimento indonesiano di indipendenza che si sviluppa particolarmente fra le due guerre mondiali, e che segnerà la storia contemporanea del paese. I leader del movimento provenivano da un piccolo gruppo di giovani professionisti e studenti, alcuni dei quali erano stati istruiti nei Paesi Bassi. Molti, compreso il primo presidente dell’Indonesia, Sukarno (1945-1967), vennero imprigionati per le attività politiche che svolsero all’epoca.

Il 17 agosto 1945, Sukarno, insieme ai giapponesi, organizza il Comitato Nazionale di Indipendenza e unilateralmente dichiara l’indipendenza del paese. Sukarno viene proclamato Presidente mentre Muhammad Hatta diviene vice Presidente. Per quattro anni gli olandesi cercheranno di rioccupare militarmente l’Indonesia, ma di fronte alle pressioni internazionali riconosceranno il paese nel 1949.

Negli anni successivi, le tensioni tra il Partito Comunista e la giunta militare culminano in un colpo di stato (30 settembre 1965), che, fallito, si conclude con l’omicidio di sei generali indonesiani. Velocemente viene organizzato un contro-colpo di stato guidato dal Generale Suharto che si risolve con l’uccisione di centinaia di migliaia di comunisti. Nel 1967 riesce a ottenere la presidenza. Da questo momento la storia dell’Indonesia si può dire che è entrata nella fase di storia contemporanea: iniziano gli investimenti stranieri, determinanti per la crescita economica che si realizza sull’arcipelago nei tre decenni successivi, che porteranno come conseguenza uno sviluppo del paese soprattutto a livello turistico.  

Tuttavia tra il 1997 e il 1998, l’economia del paese crolla a causa della crisi finanziaria che colpisce tutta la regione del sud est asiatico. La crisi aggraverà il malcontento popolare verso il generale Suharto, accusato per giunta di corruzione. Il 21 maggio 1998, il Presidente Suharto rassegna le sue dimissioni.

Il 1999 è segnato dalle rivolte a Timor Est, a cui segue la brutale repressione da parte del governo di Jakarta che provoca anche l’intervento delle Nazioni Unite.

Con l’attacco terroristico dell’11 settembre 2001, il Pentagono ha cercato di intensificare la collaborazione con l’Indonesia nella lotta contro il terrorismo.

Nell’aprile 2002, Banana Gusmao, il leader indipendentista di Timor Est ottiene l’83% dei voti, e il 19 maggio dello stesso anno, alla presenza del segretario delle Nazioni Unite, Kofi Annan, Timor è proclamata indipendente.

L’Indonesia continua ad essere vittima di numerose crisi tra cui: la ribellione della provincia di Aceh, una zona ricca di gas e petrolio posta all’estremità di Sumatra, che reclama una propria indipendenza, e gli attacchi a Bali dell’ottobre 2002. Con i ribelli di Aceh è stato siglato un accordo a Ginevra il 9 dicembre 2002, per una tregua. Questo accordo non ha però messo fine alle tensioni che puntualmente si ripresentano.

Molte sono state le riforme introdotte, inclusa l’elezione diretta del presidente, che si è tenuta per la prima volta nel 2004, e che ha portato al potere Susilo Bambang Yudhoyono.

Tensioni politiche ed economiche, malcontenti sociali e disastri naturali come lo tsunami che ha colpito l’area il 26 dicembre 2004, non facilitano l’economia del paese, in larga parte dipendente dal turismo. La presenza di cellule terroristiche che si rifanno alla matrice di al-Qaeda, ha contribuito a creare malessere anche tra gruppi religiosi che negli anni passati avevano sempre convissuto senza problemi.

Nei primi mesi del 2005 Indonesia e Malesia si sono scontrate politicamente per il possesso di giacimenti offshore nella zona di Ambalat, ma è improbabile che si arrivi ad un conflitto armato.

Cultura 

Bhinneka Tunggal Ika, significa ‘sono molti, sono uno’, è un’antica frase usata per descrivere la diversità che caratterizza l’Indonesia. È difficile identificare il centro di sviluppo della nazione indonesiana (alcuni sostengono che sia Giava), anche perché effettivamente l’Indonesia è una confederazione di popolazioni di origini differenti unite sotto una singola bandiera e una sola lingua, il Bahasa Indonesia.

Popolazione

E’ il quarto paese più popoloso al mondo dopo Cina, India e Stati Uniti. Sull’arcipelago si parlano oltre 300 lingue appartenenti al ceppo malese-polinesiano. Da questo ceppo discendono anche molti altri dialetti, anche se si deve evidenziare che la lingua attuale è una commistione con parole straniere, a significare le varie influenze esercitate dalle potenze coloniali negli ultimi tre secoli.

Con oltre 300 gruppi etnici, e 225 milioni di abitanti, la maggioranza della popolazione è concentrata a Bali e Giava, mentre il resto dell’arcipelago resta per lo più non popolato.

Religione

L’Indonesia è la nazione mussulmana più popolosa al mondo, ma ciò nonostante non è uno stato teocratico, bensì secolarizzato e democratico. L’islam ha in un certo senso il monopolio della vita religiosa-culturale del paese, ma molti dei monumenti che si possono ammirare sull’isola, come i templi di Borobudur e Prambanan, testimoniano la presenza di altre culture e altri culti come quello induista e buddista. Sono presenti anche una minoranza culturale cristiana e animista.

Arte

L’Indonesia ha una ricca tradizione artistica. Molto note le danze indonesiane, in particolare il balletto di Ramyana, testimonianza della cultura cosmopolita dell’arcipelago.

La forma musicale indonesiana più conosciuta è il gamelan.

Cucina

La cucina di un paese rispecchia la sua cultura e le sue tradizioni. La cucina indonesiana si caratterizza per il largo uso di spezie: coriandolo, zenzero, peperoncino e curry sono quelle più usate, insieme alle varie tipologie di pepe. Riso e pasta di grano servita con salse tipiche, sono i piatti base della cucina dell’arcipelago. Molto diffuso l’uso della carne, come pollo e manzo, nonché del pesce. Resta meno diffuso, al contrario di altri paesi del sud est asiatico proprio a causa del suo retaggio culturale, l’uso del maiale, essendo il paese a maggioranza mussulmana. Il tahu goreng, tofu fritto, il pollo fritto alla giavanese e il martabak telor, calzoncini di manzo fritti con verdura, sono tra i piatti più noti della cucina indonesiana. Il latte di cocco trova largo impiego soprattutto nella preparazione delle salse, riscontrando in questo modo una larga influenza della cucina indiana.

Torna in alto