Storia di Singapore

Le prime notizie su Singapore risalgono al 3°secolo, e sono state rinvenute su dei libri contabili cinesi. I testi parlano di Singapore descrivendola come ‘Pu-Luo-Chung’ (‘isola alla fine della penisola’). Non ci sono notizie circa la storia antica dell’isola, ma si crede che Singapore abbia vissuto un passato pittoresco.

Durante l’11°secolo, questo piccola ma strategica isola inizia ad essere chiamata ‘Singa-Pura’ (‘Città del Leone’). Secondo la leggenda, il principe Sri Vijayan dopo aver visto in sogno un animale, da lui identificato come un leone, decide di appellare la città con il nome dell’animale. È da ricercare in questa leggenda quindi, la storia dell’attuale nome della città stato.

A partire dal 14° secolo, Singapore diventa parte dell’impero di Sri Vijayan, e inizia ad essere nota con il nome ‘Temasek’ (‘città del mare’).

Posizionata lungo un naturale punto di incontro tra le differenti rotte marittime, all’estremità della penisola malesiana, Singapore ha conosciuto varie ondate immigratorie provenienti da diversi paesi della regione che ne hanno caratterizzato la sua storia. Ha visto le sue coste essere raggiunte da giunche cinesi, vessilli indiani e arabi, navi portoghesi.

Ma sono stati gli inglesi a dare un contributo notevole alla storia di Singapore. Durante il 18°secolo, iniziano a sentire la necessità di costituire una ‘zona cuscinetto’, per riparare, rifornire e proteggere, la flotta del suo crescente impero, come anche prevenire e impedire qualsiasi avanzata olandese nella regione.

Ed è su questo sfondo politico che, Sir Stamford Raffles, decide di fare di Singapore una stazione commerciale. La politica del libero commercio inizia ad attirare mercanti da tutte le regioni dell’Asia e da terre più lontane come il Medio Oriente e gli Stati Uniti.

Dal 1824, cinque anni dopo la fondazione della colonia, la popolazione di Singapore era già passata da 150 unità a 10.000. Nel 1832 diventa il centro di governo delle colonie di Penang, Malacca e Singapore.

Due fatti contribuiranno oltremodo ad aumentare l’importanza dell’isola: l’apertura del Canale di Suez nel 1869 e l’avvento dell’uso del telegrafo come mezzo di comunicazione. In questo modo Singapore diventa a tutti gli effetti un nodo di scambio commerciale del sud est asiatico.

Importante area di manovre militari nel 14° secolo, quando nella lotta per la penisola malese tra Siam (l’odierna Tailandia), e l’impero Majapahit, diviene centro di operazioni militari. Cinque secoli dopo, ritorna in auge militarmente durante la seconda guerra mondiale. Considerata una fortezza inespugnabile, viene invece invasa dalle forze giapponesi nel 1942. Il 5 settembre 1945 le forze armate di sua maestà riprendono possesso del territorio.

Dopo la guerra, Singapore torna ad essere colonia britannica. Nel 1959, raggiunge l’auto-governo, ottiene una propria carta costituzionale, Lee Kuan Yew è eletto Primo ministro. Avanza la proposta di un’integrazione con la Malesia, realizzata il 16 settembre 1963, ma che non dura più di un anno a causa di divergenze politiche. Il 9 agosto 1965, si proclama Repubblica di Singapore dopo aver ottenuto l’indipendenza dal Regno Unito.

Lee ha mantenuto la guida del governo fino al 1990, e durante i suoi 30 anni di governo ha saputo realizzare un ambizioso programma di industrializzazione che ha reso l’isola una delle più floride economie del sud est asiatico. È stata la sua storia, soprattutto quella degli ultimi cento anni a rendere Singapore il centro economico dell’area.

Il suo successore, Goh Chok Tong, ha continuato la politica di sviluppo economico dell’isola. Nel 2004, la guida del potere è passata nelle mani di Lee Hsien Loong, figlio di Lee Kuan Yew.

In base alla costituzione del 1959, il Presidente è eletto a suffragio universale ma ha limitati poteri esecutivi; il Governo è responsabile verso il Parlamento, formato da 90 membri. Il sistema giudiziario si basa sulla Common Law.

Cultura Singapore

Popolazione

La prima cosa che colpisce di Singapore è il suo essere una società cosmopolita, dove le persone delle più svariate razze e religioni, riescono ad interagire vivendo insieme nella più completa armonia. La diversità fa parte dell’eredità culturale di Singapore. Le diverse ondate immigratorie nel corso dei secoli, malesi, cinesi, indiane e europee, ne hanno influenzato il paesaggio, lo stile di vita, la storia, l’economia, si sono mescolate creando un unicum nel panorama del sud est asiatico.

Dietro la facciata della città moderna però, dove tutto tende a mescolarsi, queste differenze etniche, culturali e religiose sono ancora evidenti. Sono aree divise per razze, ed esse furono create e, destinate alle diverse popolazioni, da Sir Stamfor Raffles. Ciò nonostante, i singaporesi pensano di se stessi di essere singaporesi e basta, senza riguardo alla razza o alla cultura del proprio personale paese d’origine.

Camminando per la città, si possono ancora vedere i vecchi quartieri. Chinatown la città cinese che ha cominciato a svilupparsi attorno al 1821, quando le prime giunche cinesi provenienti da Xiamen, nel Fujian, in Cina, hanno iniziato ad attraccare. Si trova a sud del fiume di Singapore, conosciuto come Telok Ayer, e ha saputo conservare la sua cultura e le sue tradizioni.

Il quartiere indiano, si snoda invece lungo la Serangoon Road. Camminando per le strade di questo quartiere, si deve essere preparati ad essere sommersi dai tipici odori molto forti, speziati, della cucina indiana, e dai colori vivaci delle donne vestite con il sari, il tipico abito femminile indiano. Come per gli altri quartieri ‘etinici’, anche quello indiano in poche vie ha ricreato la sua cultura, mantiene la sue tradizioni sotto ogni aspetto della vita.

Geylang Seraj, è un altro centro culturale della città. Cuore della comunità malese, girovagando tra le sue vie sembra di tornare indietro nel tempo, alla scoperta dei tradizionali giorni di Kampung, vissuti dalla Malesia tra gli anni ‘ 50 e ’60.

Fuori dal centro di Singapore, intorno alla città, si possono trovare le tracce di quella che fu la presenza britannica, e le abitazioni in stile neoclassico lo riprovano.

Ogni gruppo razziale ha una sua religione distintiva, e questo rende l’ isola ancora più interessante. Visitandola in qualsiasi periodo dell’anno, si può essere travolti dalle varie feste di quella comunità o di un’altra, festività, comunque, alle quali prendono parte tutti i singaporesi.

Dal punto di vista dell’arte la città-isola si presenta come un misto delle diverse popolazioni ivi presenti. Si può assistere all’opera cinese come alle tipiche danze indiane. Il periodo migliore per assistere alla diverse performance teatrali è durante l’annuale Arts Festival che si svolge quasi sempre nel periodo di giugno.

Religione

La maggioranza della popolazione è cinese (il 76.7% della popolazione totale), e sono buddisti o taoisti. I costumi e le superstizioni della tradizione culturale cinese, dominano la vita sociale, come il kyasu, cioè la volontà di ottenere quello che si vuole nel modo più economico che si può.

Per i malesi (che rappresentano il 14%della popolazione), è l’islam la loro religione. Seguono l’adat, la legge consuetudinaria islamica, per quanto riguarda le cerimonie più importanti, come i matrimoni, le circoncisioni. Molti aspetti dell’adat, hanno con il tempo subito un’influenza indù. I singaporesi indiani (il 7.9% della popolazione), vengono dal sud del sub continente indiano, e la Madras, tipica festa della loro regione di provenienza è molto popolare in Singapore. Il restante 1.4% è composto da stranieri che spesso provengono dal Regno Unito o dall’Australia. Il cristianesimo rappresenta la quarta religione riconosciuta.

Lingua

Per quanto riguarda la lingua parlata sull’isola, sono quattro le lingue ufficiali: mandarino, malese, tamil e inglese. La lingua comunemente più usata è la lingua inglese. Ma i singaporesi usano anche le loro rispettive lingue madri. Si può dire che i bambini di Singapore pensano in inglese, ma fuori dal contesto della scuola usano la loro lingua madre, cosi da non perdere il contatto con le proprie tradizioni e la propria cultura.

Per gli stranieri alle volte può risultare difficile però capire la lingua locale, poiché molti singaporesi tendono ad usare il Singlish per comunicare. Il Singlish non è altro che un mescolanza tra inglese e le altre lingue parlate. Può capitare che spesso le frasi vengano terminate con termini divertenti quali ‘leh’, mah’, ‘lah’, tipico della lingua cinese. Gli indiani e i malesi parlano tamil.

Cucina

Ovviamente la varietà razziale ha un’altra conseguenza. Singapore è uno dei paesi del sud est asiatico con il più vasto numero di cucine. Cinese, indiana, malese, indonesiana, e quella occidentale, italiana o francese, per non parlare delle fusioni tra una e l’altra.

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