Suzhou: nella Jiangsu province il miglior parco industriale della Cina Orientale

Situata nella provincia dello Jiangsu, a poco più di 100 km da Shanghai, Suzhou, città di circa 7 milioni di abitanti, rimanda spesso con il pensiero a Venezia per via del fiume Yangtze e della sua storia. Al contempo Suzhou offre un altro fiore all’occhiello: il Suzhou Industrial Park (SIP), fondato nel 1992 in partnership con Singapore, che copre una superficie di circa 280 km². Il parco ha attirato negli anni un numero sempre maggiore di investimenti provenienti da settori che spaziano dall’elettronica alla meccanica, dal farmaceutico al chimico, passando dall’ingegneria di precisione e dallo sviluppo di materiali sempre più innovativi.

Nel 2011, gli investimenti esteri all’interno del SIP sfioravano i 2 miliardi di dollari, rappresentando oltre il 22% del totale degli investimenti esteri presenti nel distretto di Suzhou. Questi valori proiettavano il parco al terzo posto tra le zone ad alto livello economico-tecnologico in Cina (dietro rispettivamente la TEDA – Tianjin Economic-Technological Development Area e la Dalian Economic & Technological Development Zone).

A fine 2012, il SIP ospitava ben 86 società all’interno della classifica Fortune 500, tra cui Nokia, Samsung, Philips, Hitachi, Fujitsu, Bosch, Mitsubishi, Daimler Chrysler, Total, Danone, Carrefour e Johnson and Johnson. In totale si stima in 145 il numero di progetti finanziati da queste compagnie. Numeri importanti per i nuovi investimenti, che hanno portato ad una crescita del PIL del SIP pari al 10,7% rispetto al 2011 (per un valore di circa 27 miliardi di dollari, 14,47% del totale di Suzhou). Un altro dato rilevante è il valore combinato di importazioni ed esportazioni, che nel 2012 ha mostrato un incremento del 3,3% su base annua (per un valore complessivo di 79,5 miliardi di dollari).

Queste cifre danno un’immediata comprensione dei risultati di questo questo ambizioso progetto, e di quelle che possono essere le sue prospettive. A poco più di vent’anni dalla sua inaugurazione, il SIP ha tagliato tutti i traguardi iniziali, divenendo la principale destinazione degli investimenti dall’estero negli ultimi anni. Questo grande successo si può esprimere con un volume di affari generato di 30 miliardi di dollari nel 2013 (+9,4% sul 2012) e con 91 gruppi Fortune 500 presenti. Numeri interessanti che fanno il paio con un livello di vita all’avanguardia, all’interno di un ambiente a forte vocazione internazionale.
Il parco sembra ora valutare nuove sfide. Su tutte, il nuovo corso di riforme intrapreso dal Partito impone un deciso cambiamento anche per il SIP, che ora dovrà virare verso una maggiore apertura ai mercati esteri. Il Parco Industriale ha affiancato inoltre la transazione dal ‘Made in China’ al ‘Created in China’. In questo senso, benché il 40% del PIL interno provenga dai servizi e l’ingresso di aziende legate a comparti cosiddetti ‘a basso valore aggiunto’ sia oramai ristretta a pochi casi, il settore manifatturiero ricopre ancora una rilevanza di primo piano. Emerge infine il problema legato alle emissioni: è infatti previsto che le imprese non in regola con gli standard ambientali debbano abbandonare il parco, ma l’impressione è che molto possa essere ancora fatto per promuovere uno sviluppo ecosostenibile.

Dal punto di vista della crescita, diverse sono le collaborazioni già intraprese con università e centri di ricerca, volte a favorire la presenza di bio e nanotecnologie. Tuttavia, per ripetere quanto il SIP ha raggiunto fino ad oggi, le misure future non potranno prescindere dall’effettiva implementazione di incentivi volti all’ingresso e allo sviluppo dei servizi e dei settori a forte vocazione high-tech.

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