In Vietnam il valore del dong sembra essere in calo costante e l’inflazione spinge i prezzi a valori record. Nell’ultimo anno i prezzi al consumo sono infatti aumentati del 17,5% e il dong si è svalutato rispetto al dollaro sei volte dal giugno 2008. I vietnamiti hanno affollato i negozi che vendono oro e oggetti di valore sperano di recuperare i loro risparmi dalle ceneri acquistando lingotti di oro fino.
Ma il governo del Vietnam e’ determinato a spegnere gli incendi inflazionistici che potrebbero rallentare gli entusiasmi della crescita economica che sta investendo il Paese. Il 4 maggio la banca centrale del Vietnam ha sollevato uno dei suoi tassi di riferimento al 14%, l’ultimo atto a seguito di una raffica di aumenti a partire dal mese di febbraio.
La campagna è stata accompagnata da un pacchetto di riforme finalizzate a tagliare il deficit di bilancio e tenere sotto controllo le imprese vietnamite di proprietà statale. Conosciuta come la risoluzione 11, la manovra è destinata a dimostrare che il governo non è più diviso tra la lotta all’inflazione e la spinta alla ripresa post-crisi.
In occasione delle riunioni annuali della Asian Development Bank ad Hanoi, Vo Hong Phuc, il ministro della Pianificazione e degli Investimenti, ha ammesso che il Vietnam potrebbe avere esito negativo del suo obiettivo di crescita ufficiale tra il 7% e 7,5%. In occasione del medesimo evento, Nguyen Van Giau, il governatore della banca centrale, ha confermato che il governo porcedera’ con deteminazione nell’implementazioen delle riforme inserite nella risoluzione 11.
La banca centrale è inoltre impegnata a lottare contro la dollarizzazione strisciante, allrgata perfino al fenomeno della "goldisation" dell’economia. In Vietnam, nonostante i controlli sui capitali, i titolari di dong trovano insolitamente facile passare alla moneta forte o al metallo morbido. Nel paese ha sede un immenso magazzino di dollari americani, molti dei quali inviati da tutti i lavoratori migranti, e uno stock considerevole di oro. In Vietnam, le banche offrono depositi in dollari e in Ho Chi Minh City, alcuni istituti di credito hanno anche installato bancomat che erogano lingotti d’oro.
Nel mese di aprile 2011, il governo ha limitato i tassi di interesse offerti sui depositi in dollari al 3%, a fronte di quote più alte del 14% sui conti in dong. E’ stato inoltre dato un giro di vite al mercato nero dei metalli preziosi.
Oltre a ripristinare la fiducia nella valuta locale, il governo deve risanare le finanze pubbliche. Con la risoluzione 11, le autorita’ di Hanoi hanno promesso di ridurre gli investimenti pubblici, pari al 17% del PIL nel 2009.
Solo grazie ad un equilibrato piano di investimenti pubblici il Vietnam può sperare di crescere in modo sostenibile al 7-8% senza subire le pressioni inflazionistiche degli ultimi anni.
Nonostante sia prevedibile che la pressione continui a crescere nei prossimi mesi, la manovra varata dal Paese potrebbe dare risultati evidenti nel medio periodo, allentando la pressione inflazionistica e consolidando il ruolo di nuova economia leader in Asia orientale.
Lorenzo Riccardi – Dottore commercialista, Shanghai lr@rsa-tax.com – RsA Asia